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Il ritornello dello Gedi

"E allora CasaPound?". Il ritornello dello Gedi: "Perché si chiudono i centri sociali dell'estrema sinistra mentre quelli di estrema destra godono di immunità?"

Il ritornello dello Gedi
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Avendo frequentato con orgoglio da ragazzi un centro sociale (purtroppo di destra...), dove però ci occupavamo di cultura, non di edifici, siamo molto sensibili alle sorti dei compagni, e compagne, e compagn*, e compagn3, di Askatasuna. Massima solidarietà. «È il massimo che potessimo sperare». «Meritano il massimo della pena». E anche Massimo Giannini.

A proposito. Leggendo i giornali e vedendo i talk show, ci hanno colpito due cose. La prima è l'autolesionista cortocircuito mediatico per il quale articoli e firme (non citeremo

qui Stefano Cappellini) dei giornali del gruppo Gedi lisciano il pelo ai ProPal centrosocialari che hanno devastato la sede di un giornale del gruppo Gedi. Più che sindrome di Stoccolma, sindrome di Gaza.

La seconda invece è la pervicacia con cui gli stessi opinionisti continuano a ripetere «E allora CasaPound?». Il ritornello dello Gedi: «Perché si chiudono i centri sociali dell'estrema sinistra mentre quelli di estrema destra godono di immunità?». Possibile risposta. Perché i primi assaltano le sedi dei giornali, aggrediscono poliziotti, impediscono di parlare nelle università,

distruggono vetrine, bloccano strade e ferrovie, attaccano i cantieri della Tav... I secondi no.

Certo. Poi c'è l'altra faccenda.

Se si vuole mettere sullo stesso piano i due centri sociali, allora delle due l'una: o entrambi sono benemeriti centri di attività ricreative e culturali; oppure sono entrambi un covo di pericolosi fascisti. E per i giornalisti del gruppo Gedi non sappiamo cosa sia peggio

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