«Io, un ligure anomalo a prezzo pieno pure al suk»

Dario Vergassola, lei si fa fare lo sconto nei negozi?
«Sono timido e mi vergogno a chiederlo. Quindi accetto passivamente il prezzo sul cartellino… Se però c'è un commesso gentile che me lo fa, accetto volentieri».
Metà degli italiani lo chiede.
«E in questi tempi di crisi aumenteranno di sicuro…».
Ma lei non riuscirebbe a tirare sul prezzo nemmeno in un Suk?
«L'ultima volta che sono andato in Marocco, ho visto una cosa che costava 40 dirham, ma come mi sono avvicinato hanno tolto il cartello… Morale, l'ho pagata 50!».
Nemmeno con gli ambulanti?
«Ma perché quando vai in un negozio griffatissimo non chiedi lo sconto, e con un extracomunitario che ti vende una rosa devi fare una contrattazione che manco fosse la Fiat con i sindacati? Costa poco e va bene così!».
Secondo lei chiede più sconti chi ha meno soldi?
«Al contrario: i poveri non chiedono lo sconto perché non vogliono sottolineare uno stato di disagio… E poi questo è un Paese strano: se sei un disgraziato ti fanno pagare tutto, se invece fai il calciatore, l'attore o sei una persona nota sconto senza chiederlo….».


Lei in che categoria si mette?
«Prima di essere un miracolato, facevo l'operaio, ero povero. Chiedere uno sconto mi metteva in imbarazzo allora come adesso… In questo sono anti-ligure».
Mai fatto un affare?
«Mai. Il vero affare lo fanno i proprietari dei negozi quando entro».

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