Paolo Giordano
da Milano
Nelly Furtado, a sorpresa lei è la nuova signorina numero uno del pop.
«Purtroppo rimango sempre una signorina. Anzi una ragazza madre».
Ma negli Stati Uniti è in testa sia alla classifica dei cd con Loose che a quella dei singoli con Promiscuous.
«Quando ho iniziato a registrare le canzoni, ho capito subito che cera unenergia diversa. Sai quando ti accorgi che quello che stai facendo avrà successo? Ecco, così».
Sarà per questo che ha stravolto la sua immagine: era la cantante quasi folk con i capelli raccolti. Ora sembra una velina.
«É stata la maternità a rendermi più sexy. Prima mica lo sapevo di esser così».
Comunque Nelly Furtado, che ha ventisette anni abbondanti, è la signorina del prima. Prima di aver successo, anzi il megasuccesso, con Im Like a bird nel 2000, ha imparato a cantare in portoghese come i suoi nonni ed è andata in tournée con Sarah McLachlan, che con le divette pop non centra proprio nulla. E prima di collaborare con uno spaccone come Timbaland, che le ha prodotto questo ciddì con abilità da furbetto, era la ragazzina della porta accanto, solo un po più curiosa. Così, prima di incidere questo disco sè detta: «Dopo non ne farò più» ben sapendo che è impossibile (ha un contratto miliardario) e che la sua musica e comunque la sua vita hanno bisogno di un «prima» per germogliare meglio dopo.
Ma perché questi scarti improvvisi?
«Perché le cose si capiscono sempre dopo. Sennò sarebbe troppo facile».
Infatti il ciddì Loose è molto diverso dai due precedenti.
«Lhip hop è la mia arma segreta. É la musica che ascoltavo quandero ragazzina, in Canada. Ma quando ho registrato Whoa Nelly! e Folklore, ho messo da parte quelle sonorità perché non mi sembrava di saperle dominare. Però lavorare con nuovi produttori, come in questo caso, è come provarsi un vestito: non puoi sapere se ti va bene finché non lo provi. Io stavolta ho provato i suoni hip hop e ho finalmente capito che mi calzano proprio a pennello. In più, ora sono meno timorosa, mi lascio andare senza farmi tutti i problemi che mi facevo prima».
Prima. Appunto.
«Il merito è soprattutto di mia figlia Nevis».
Nevis?
«Quando è nata, era bianca come la neve ed è così anche oggi che ha più di due anni. E con quel nome ho ricordato le origini latine: i miei nonni sono nati alle Azzorre. Nevis è stato il mio modo per cambiare e affrontare la vita diversamente».
Infatti nel video di Maneater (Mangiauomini - ndr.) prova a muoversi come una ballerina da Moulin Rouge.
«Il disco parla molto di attrazione fisica. É un argomento che è sempre un po tabù, o almeno così è stato per me. Ma diventare mamma mi ha tolto tutti i timori, tanto più che dopo un anno mi sono separata dal padre. Ora ho più confidenza con il mio corpo, non ho paura di mostrarlo e ho capito che mettersi in evidenza non sempre è un segnale brutto o volgare».
Sono in tante a pensarlo.
«Intendi Shakira, Beyoncé o Hilary Duff? Ma nel mostrarsi cè anche innocenza e ora mi sento in grado di lasciar uscire questenergia gioiosa senza vergognarmi».
Ad aiutarla cè anche la strategia giusta. Questo disco, che è unoperazione planetaria, è trainato da tre singoli diversi, scelti a seconda dellarea geografica. Mica male.
«Negli States ci voleva un brano molto hip hop come Promiscuous, in Europa Maneater ha il suono perfetto, trascinante e tribale. Quando labbiamo suonata per la prima volta negli studi di Miami, il volume era altissimo e dagli amplificatori ha iniziato a uscire anche del fumo. Vera energia».
Ma in Sudamerica il singolo è la ballatona Te busque, cantata con il rampante Juanes.
«Mi ha contattato lui, è un mio fan e quando è venuto in studio aveva addirittura i miei cd. Sono rimasta senza parole».
Anche Chris Martin dei Coldplay è venuta a trovarla in sala dincisione, a Miami.
«E mi ha portato una canzone scritta da lui: All good things».
Le ha regalato anche un po di gossip. Hanno scritto che era nata una nuova coppia.
«Quante stupidaggini. Lui comunque è un bel tipo: è timidissimo e nervoso, proprio come i grandi scrittori o i compositori che sono passati alla storia».
Perché non ha mai collaborato con un italiano?
«Non so rispondere.
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