«Io, minacciato dalla camorra infiltrata nel Pd»

CASTELLAMMARE DI STABIA Il vicepresidente dei Circoli Pdl: «Perseguitato da lettere e scritte dopo le denunce»

Tesseramento gonfiato, un omicidio politico e l’ombra di Gomorra sul Pd che si allunga su Castellammare di Stabia. Anche Carolina Mosca, figlia di Sergio (boss di Scanzano) e moglie del capoclan Pasquale D’Alessandro era iscritta allo stesso circolo Pd di Castellammare che «ospitava» tra i tesserati Catello Romano, diciannovenne reo confesso dell’omicidio del consigliere comunale stabiese del Pd Gino Tommassino, come rivela un’inchiesta del giornale locale Metropolis.
«È uno scenario da Gomorra che prelude alla tempesta», dice al Giornale Antonio Sicignano, vicepresidente dei Circoli della libertà della Campania, oggetto di minacce e intimidazioni da oltre un anno. Ex militante socialista ed ex consigliere comunale con una lista civica, dopo l’omicidio del Pd Tommassino chiese provocatoriamente «la pena di morte per i killer della camorra». Da allora solo guai: scritte sul portone di casa, con frasi ingiuriose, minacce e simboli ritraenti la falce e il martello, citofoni divelti, lettere anonime nelle quali Sicignano veniva additato come affiliato al clan D’Alessandro e un sms minatorio con la frase «Statt accort» (stai attento). «Ho sempre denunciato tutto all’autorità competente e so che c’è un’indagine ancora in corso condotta dalla Procura di Torre Annunziata. Ho grande fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura, ma la risposta della politica è ancora debole, debolissima. La lotta alla criminalità organizzata - insiste Sicignano - deve passare dalla testimonianza sul territorio e da segnali politici importanti. Nei prossimi giorni ho saputo che il Consiglio regionale dovrebbe approvare la mia proposta di legge, sostenuta dal Pdl, che imponga all’amministrazione regionale il completo risarcimento del danno subito dagli imprenditori che hanno subito attentati al proprio patrimonio da parte della camorra dopo aver denunciato il racket».
Ma non basta una legge a dimostrare la presenza dello Stato. «Noi stabiesi per bene non vogliamo sentirci soli in questa battaglia. Ecco perché ho chiesto espressamente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di venire in città per motivare le forze buone della città e della politica. È riuscito a ripulire Napoli dalla spazzatura, la sua sola presenza sarebbe motivo d’incoraggiamento per noi».
Fare politica al Sud è difficile, soprattutto quando il tuo «nemico» è invisibile o si nasconde dietro le insegne avversarie. «Anche chi come me e tanti altri amici cerca di rappresentare la parte sana della politica locale, al di là degli schieramenti, fa fatica ad andare avanti, a continuare nel proprio impegno politico. C’è un clima di sottile intimidazione. Mi fermano per strada per ringraziarmi dell’impegno ma ci sono altre persone che mi guardano in cagnesco». È la zona grigia che caratterizza quasi tutte le realtà del Sud, in cui è difficile capire chi sta con lo Stato e chi difende invece i propri interessi o quelli delle famiglie camorristiche. Anche il consigliere Pd ucciso da un tesserato democratico aveva denunciato il tesseramento gonfiato davanti alle telecamere di Striscia la Notizia nel 2007 ma gli inquirenti non escludono che fosse in affari con la malavita.
Possibile però che nessuno sapesse delle infiltrazioni camorristiche nel Pd? Possibile che nessuno si fosse accorto di certi nomi? Sicignano adombra il dubbio che una delle cause scatenanti sia stata la corsa al tesseramento innescato dall’appuntamento congressuale del Pd ma «questo è un discorso che andrebbe fatto al Pd di Castellammare». La conferma arriva indirettamente dalla dirigente Pd Annapaola Mormone, una vita nell’ex Pci poi Pds e Ds da consigliere e assessore, che su un quotidiano locale nei giorni scorsi ha annunciato di essersi autosospesa dal partito, non prima di denunciare «una sottovalutazione complessiva del fenomeno da parte dei vertici nazionali del partito». La Mormone avrebbe infatti segnalato le anomale iscrizioni di presunti affiliati alla camorra al commissario del Pd campano mandato da Roma, Enrico Morando, ma senza ricevere risposta.

Oggi quella sezione è commissariata e le liste sono al vaglio della Digos ma a meno di un anno dal rinnovo del consiglio comunale (le elezioni si dovrebbero tenere a giugno 2010) «non credo - dice la stessa esponente Pd - che a Castellammare si possano fare le elezioni, non c’è la serenità giusta».
felice.manti@ilgiornale.it

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica