Io, con il ministro, a suonare campanelli

Io, con il ministro, a suonare campanelli

Angelo Vaccarezza, 44 anni a luglio, sposato con Gianna, due figli Elisa di 7 anni e Nicola di 10 (che chiede alla mamma di sapere con che percentuale papà ha vinto), è nato a pane e politica. Ma confessa la sua vera passione quando si tratta di frenare gli entusiasmi di chi gli sta attorno, perché preferisce aspettare la conferma ufficiale.
«Sono un appassionato di ciclismo e so che vince quello che non alza le mani prima del traguardo. Dopo 120 giorni di campagna elettorale cosa costa aspettare un’ora?».
Poi, archiviata la vittoria finale, riparte dal passato, dal suo passato. E regala una dedica.
«Devo tutto a mio papà Nicola, titolare della storica Tele Tril, una delle emittenti private nate per prime in tutto il nord Italia. È stato lui ad insegnarmi come si fa il politico».
Qual è stato il segreto?
«Mi ha sempre ripetuto queste parole: “Devi essere sempre te stesso e non essere incline a troppi compromessi”. E con quelle parole sono andato avanti 22 anni. Sono entrato in consiglio comunale nell’88, poi nel ’91 sono stato nominato vicesindaco a Loano e sono rimasto seduto su quella poltrona sino al 2001. Poi è arrivato il momento di governare la cittadina del ponente ligure. Dal 2001 sono sindaco di Loano. E ora anche presidente della Provincia di Savona».
Sembra un’escalation inarrestabile. Eppure ha sudato fino all’ultimo?
«Quando vedevamo i dati sull’affluenza bassissima qualche preoccupazione c’è venuta. A giudicare solo dal dato dell’affluenza avrei detto che Boffa mi avrebbe battuto con il 10 per cento di scarto».
Invece la sorpresa. Come ha invertito la tradizione?
«Affiancato dal ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola sono andato a suonare i campanelli degli elettori ad Alassio. È stata una situazione divertente. Vedere un ministro che convince gli elettori a votarmi con quel sistema è stato semplicemente fantastico».
Inevitabile la domanda sulla prima cosa da fare come presidente.
«Domattina (oggi, ndr) sarò nel mio ufficio al Comune di Loano, anche perché lì non mi hanno visto da un bel po’ di tempo. Devo anche pensare al passaggio di cariche, perché sia il meno traumatico possibile. Finora non ci ho ancora pensato».
Almeno una festa, però?
«Non c'è tempo per festeggiare perché noi iniziamo a lavorare già da domani. Vi assicuro che sarà una Provincia più snella, meno burocratica e più decisionista.

Questo è quello che mi hanno chiesto gli elettori e questo è quello che farò».
La promessa?
«Il mio impegno sarà quello di far capire quanto sia importante la Provincia di Savona per troppi anni è stata in mano al centrosinistra e ora è il momento di cambiare bandiera».

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