Sono due i dissidenti del Pd. Le voci dissonanti del partito in Senato, favorevoli al ddl sul testamento biologico scritto dalla maggioranza di centrodestra in seguito al caso di Eluana Englaro e contestato dal centrosinistra, sono state quelle di Emanuela Baio e Claudio Gustavino, secondo il quale il valore della legge sta «nel non consentire alcun indugio eutanasico». Perché «non cè bisogno di eutanasia nel Paese».
Senatore, perché ha votato a favore del ddl?
«Perché la legge risponde con precisione a unesigenza fondamentale evidenziata dalla magistratura. Questa norma non è sicuramente la migliore che ci possa essere, ma dice qualcosa che condivido: no a indugi eutanasici. Ho votato a favore, lho fatto con il beneficio del dubbio e non mi sento di condannare chi abbia fatto una scelta diversa dalla mia. Penso che non ci sia bisogno di eutanasia nel nostro Paese».
Ha detto che non si tratta della migliore legge che ci possa essere. Come lavrebbe voluta?
«Credo che non si debba fare una legge di soli principi. Abbiamo parlato in questi mesi di persone che hanno venduto la propria casa per prendersi cura di familiari malati, in stato vegetativo. Questa legge avrebbe dovuto prevedere anche finanziamenti e denari per aiutare per esempio queste famiglie. Si poteva inoltre immaginare un modo per esprimere le proprie volontà, anche se io stesso non sono un fondamentalista del vincolo. La maggioranza avrebbe dovuto aspettare un attimo di più, avrebbe potuto così ascoltare i consigli di qualche collega».
Qual è dunque laspetto peggiore di questo ddl secondo lei?
«Come dicevo prima, si tratta soltanto di una dichiarazione di principi».
La legge è stata accusata dalla sua parte politica di essere incostituzionale perché imporrebbe al paziente un trattamento sanitario contro la sua volontà.
«Ho sempre distinto tra il trattamento sanitario e il sostegno vitale. Questa distinzione nel testo compare: nellarticolo 3 al comma 6. Ci sarà comunque la possibilità di rivedere questo punto alla Camera, la legge è decisamente perfettibile».
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