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«Io, pedinato ora non invio più gli sms»

Scoprirsi spiato è una sorpresa tutt’altro che piacevole: «Pensi che ieri dovevo mandare un sms a un amico con un numero di telefono e, invece, gliel’ho scritto su un bigliettino e gliel’ho consegnato a mano». A parlare della gran brutta sensazione che si prova è un imprenditore lombardo (che chiede di rimanere anonimo), il quale si è ritrovato nel lungo elenco di persone sgradevolmente finite sotto l’attenzione degli investigatori infedeli assoldati dal titolare della Polis d’Istinto di Emanuele Cipriani, amico fraterno dell’ex capo della sicurezza della Security di Telecom, Giuliano Tavaroli. Di questo imprenditore sono stati raccolti indebitamente i dati patrimoniali, e non solo. Uno degli spioni arrestati, infatti, ha anche controllato se aveva precedenti penali, e per farlo è entrato nel sistema del ministero dell’Interno. «Avevo la sensazione di essere controllato nella mia attività - racconta l’anonimo imprenditore -. Come ho fatto a sospettarlo? Era il periodo in cui stavo stipulando parecchi contratti, perché il settore era in espansione. In qualche caso, però, a gara quasi chiusa, è successo che telefonassero per dirmi che qualcuno aveva fatto un’offerta di poco inferiore alla mia». A preoccuparlo, però, non sono gli affari andati in fumo per via dell’intervento degli spioni, ma la sensazione che la sua vita intima e familiare possa essere stata violata.

«Questo ti porta a relazionarti in modo diverso con gli altri - riflette -, a prendere precauzioni che possono sembrarti delle paranoie, ma che possono evitarti problemi».

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