Giulio Giorello, filosofo della scienza con cattedra alluniversità degli studi di Milano, autore di diversi saggi tra cui il recente Lo scimmione intelligente. Dio, natura e libertà con Edoardo Boncinelli (Rizzoli), direttore di collane scientifiche per Raffaello Cortina, appassionato di fumetti, e forse... gran decisionista? Proviamo a vedere.
Giulio Giorello, perché ha deciso di rispondere a questa telefonata?
«Oh, per due motivi. Lei mi ha già intervistato una volta in occasione dei settantacinque anni di Paperino - a proposito, io mi sento sempre un po Paperino - e ricordo che fu gentile e la conversazione uscì piacevole. E poi perché sovente fate belle pagine di cultura».
Una decisione razionale, dunque?
«Razionale è qualunque decisione di un soggetto che tende a massimizzare lutilità dattesa».
Utilità dattesa... cosè?
«È una funzione matematica, però la possiamo usare per spiegare come prendiamo le decisioni. Ecco, le prendiamo pesando i nostri desideri, facendo una media ponderata tra di essi. Non intendo i desideri arbitrari, ma quelli che hanno almeno un requisito di coerenza. Già Dante criticava quelli che prima vogliono e poi disvogliono. Di questa funzione dellutilità dattesa hanno parlato Pascal come Bruno de Finetti».
La cosa ha laria di un compromesso.
«Cè differenza tra lagire sulla base dei nostri puri desideri, come voleva Papini, e sulla base dei puri desideri esclusivamente pesati dalle nostre opinioni sul mondo, come voleva Giovanni Vailati. In mezzo cè de Finetti, e sono contento lo si stia riscoprendo. Fa parte di quei pensatori e matematici, ci metto anche Spinoza, che ci hanno fornito gli strumenti per criticare le nostre decisioni sbagliate o per capire le conseguenze delle decisioni che stiamo per prendere. Per sbagliare imparando, insomma».
Per imparare forse a non sbagliare piú?
«Impossibile, saremmo dei computer. Lei è esattamente al centro della strada. Il semaforo pedonale diventa rosso. Scatta indietro o scatta avanti? È il suo istinto che decide. È la forza delle passioni che ci fa muovere. Senza tuttavia che questo fermi il progresso, rinchiudendolo in una pura istintualità. La grande tradizione occidentale si è formata nonostante la nostra irrazionalità.
Lei è irrazionale?
«Sì, come Paperino. Ma per fortuna cè il Manuale delle Giovani Marmotte che mi dice come dovrei prendere decisioni».
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