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«Io, superpilota, che la Formula 1 ha boicottato»

È che alla iella non c’è mai limite. Giorgio Pantano da Candiana, provincia di Padova, nel 2004 venne scaraventato in F1 da mani frettolose. Risultato? Non concluse la stagione alla Jordan e, anzi, subì addirittura del mobbing motoristico. Per cui il ragazzone veneto pensò bene di ricominciare quasi da zero, di tornare a scalare le serie minori fino ad arrivare alla Gp2, la categoria cadetta della F1, voluta da Bernie Ecclestone. In fondo, Hamilton, Rosberg, Glock l’avevano conquistata e come premio erano passati nel grande Circus. Dunque, «devo vincerla e così tornerò in F1» pensò Giorgione. Mica vero. Perché, quest’anno, pur avendola dominata, il suo telefonino non ha mai squillato. Risultato? È il primo campione Gp2 a non passare in F1.
Se lo aspettava?
«No, perché durante la stagione sono sempre stato rassicurato che se avessi vinto un posto per me ci sarebbe stato».
Ecclestone non ci fa bella figura: lo scopo della Gp2 è portare in F1.
«Se non altro, però, è l’unico che mi ha risposto e parlato. Chiamerà se ci sono spiragli, ha detto che neppure lui può mettersi in mezzo a questa cosa. Fa fatica a trovarmi un posto... Tutti gli altri team sono spariti. Sono mesi che busso ovunque. Niente, mi hanno abbandonato».
Non è esagerato? In fondo c’è la crisi, in fondo la Honda ha lasciato.
«Però con me è qualcosa che va avanti da tempo. È come se avessi fatto qualcosa alla F1. Però non so che cosa. Tanto più che mi sono sempre comportato con onestà; anzi, ho sempre dato il massimo per dimostrare di meritare il ritorno nel Circus».
Perché nel 2004 fu mandato via?
«Mi presero in giro. Sbagliai a dare fiducia a certe persone nell’ambiente; avevo pochi appoggi e chi mi stava a fianco non era in grado di seguire i rapporti con i team. Così decisi di ricominciare».
E come ha fatto?
«Sono tornato indietro. E la cosa bella è stata notare che nelle altre categorie mi cercavano per la mia abilità e velocità. Correvano nelle retrovie ma con me sono tornati sul podio».
Non è che forse è troppo scomodo, parla troppo chiaro?
«Parlo così adesso, perché sono preoccupato e deluso. In passato non parlavo mica così. Ora sono arrabbiato perché non è giusto: tanto più che non chiedo di fare una stagione completa in F1, vorrei solo avere l’opportunità di far vedere che cosa so fare... Mi basterebbe un’occasione, solo una, un test serio».
La Federazione italiana fa qualcosa?
«Per me non ha fatto nulla».
E ora ci si è messa la crisi.
«Eh già, ho pure vinto la GP2 nel momento sbagliato».
Però non era nel giro Toro Rosso?
«Ci sto ancora provando, la porta non è chiusa definitivamente».
C’è anche Senna in ballo per quella macchina, ma ha otto milioni di dote dagli sponsor...
«Io non ho nulla. In F1 non c’è meritocrazia, ormai è solo un business, a volte si valuta un pilota in base al mercato del suo paese».
Chi è in F1 con merito?
«Alonso, Raikkonen, Massa, Kubica, Hamilton... Con alcuni di loro ci ho corso nelle altre serie».
Hamilton l’ha messo per ultimo?
«No, sono tutti bravi, ma Lewis deve ancora maturare un po’, non è ancora completo. La sua fortuna è che in tutte le categorie ha sempre corso su grandi macchine».
Se lei avesse una Ferrari o una McLaren non sfigurerebbe con loro?
«Assolutamente no».
Non è che 29 anni sono troppi per questa F1 che cerca i baby piloti?
«No. Però è vero che la tendenza è questa.

Forse perché ai giovani possono far fare quello che vogliono».

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