Considerato che il primo computer esistente è un osso di lupo datato 30.000 a.C., non c’è da stupirsi: il mondo cambia, figurarsi il pc. Però l’allarme scatenato da chi, con i computer, ci fa affari è effettivamente epocale: «Con l’arrivo sul mercato dell’iPad di Apple tutto è cambiato - ha detto Brian Dunn, amministratore delegato della catena Best Buy, una delle più note nel settore vendite al dettaglio in Usa -. Da quando Steve Jobs ha messo in giro la sua nuova diavoleria, gli acquisti di personal computer e notebook sono calati del 50 per cento. E non è finita qui».
Insomma: i computer (portatili e non) con tastiera collegata rischiano di far la fine di quell’osso di lupo che aveva incise 55 tacche a gruppi di 5: ovvero di diventare roba buona per gli archeologi. Non subito, per carità, ma presto. E forse ancora prima di quanto possiamo immaginare.
Dunque ecco le nuove tavole che dettano legge, dell’iPad abbiamo detto, ma adesso anche ecco il Galaxi Tab di Samsung e presto il BlackPad del produttore del Blackberry, perché la strada è tracciata e il comandamento è fare presto per fare affari. Tavole tutto incluso, insomma, con il sistema touch che ha eliminato ogni appendice superflua, mettendo al centro più che il computer in se stesso, la sua anima.
La domanda ora è: ne diventeremo schiavi? Troppo facile portarsi in giro un iPad per non esserne completamente dipendenti, e il mercato ha già capito che più applicazioni esistono per i nuovi gadget tecnologici, più soldi girano per tutti. Tanto che Nokia, il colosso finlandese dei telefoni un po’ in affanno per l’arrivo della nuova ondata hi-tech, ha stanziato un budget di 10 milioni di euro per incentivare gli sviluppatori più capaci nell’inventare nuovi contenuti per i suoi smartphone. Una gara che premia l’uomo che farà la macchina ancor più intelligente, ovvero l’incubo di ogni buon racconto di fantascienza.
Il fascino della tavoletta come la mela del serpente, in pratica, facile cadere in peccato e rimanerne ostaggi per sempre. La ribellione della macchina verso l’uomo è d’altronde materiale per le opere dei più grandi scrittori, dal Neuromante di William Gibson agli androidi di Philp K. Dick, fino ad arrivare ad Hal 9000 che 2001: Odissea nello spazio ha reso più che umano e più che cattivo. Però, più semplicemente, viene da dire che per ora macchina mangia macchina, cioè computer elimina computer, perché sempre più piccolo, sempre più bello e sempre più efficiente. Proprio nei libri di fantascienza del Novecento troviamo meravigliosi congegni dominati dalla mente dell’uomo e guarda caso il futuro è già qui, visto che presto sarà in vendita il «PLX XWave Headset», un dispositivo stile cuffia audio che consentirà di inviare impulsi al nostro telefono, o tablet chessia, traducendo i pensieri in comandi. Quindi, appunto, comandiamo ancora noi.
E allora: quando nel 1975 Bill Gates e Steve Jobs cominciavano a inventare la rivalità del futuro scommettendo su delle macchine da tavolo, il primo vero computer dell’era moderna - l’Eniac messo a punto negli anni Quaranta dall’università della Pennsylvania che pesava 30 tonnellate e aveva 17mila valvole - era già chiuso in un museo. Così è normale che adesso, giusto dopo altri 35 anni, si passi a una nuova generazione, anche perché il mondo della tecnologia corre molto più veloce del nostro pensiero.
A un iPad ne seguirà presto un altro, probabilmente già all’inizio del 2011, più funzionale, più capace, più attraente. E i suoi rivali - scommettiamo? - staranno al passo. Cosìcché - alla fine - la vera minaccia, più che all’uomo, sarà al suo portafoglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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