Ipertensione: «Più efficacia e risparmio dall’associazione tra due farmaci»

Contro l'ipertensione avanzano nuove moderne soluzioni farmacologiche. Due farmaci antipertensivi in una singola compressa. Un'associazione fissa che funziona e che semplifica decisamente il trattamento al paziente, migliorandone l'adesione alla terapia, con un conseguente buon controllo della pressione arteriosa (condizione quest'ultima che in Italia si riscontra solo nel 35 per cento dei casi, su circa 16 milioni di pazienti ipertesi). Le combinazioni fisse porterebbero benefici inoltre anche a livello economico, generando un potenziale significativo risparmio (fino a 1,2 milioni di euro annui per la sola Regione Lombardia) prodotto da costi minori che questi farmaci hanno, rispetto alle associazioni libere.A sottolineare i vantaggi è un interessante studio, pubblicato sulla rivista High Blood Pressure & Cardiovascular Prevention, coordinato dal professor Stefano Carugo, del dipartimento cardiotoracico del Centro di ipertensione dell’università di Milano. Lo studio rileva che il 22,5% dei pazienti in esame ha ricevuto una combinazione tra due di tali trattamenti, con una spesa giornaliera più alta del 5,8% rispetto alla somma dei costi dei singoli monocomponenti (8,5 per cento per un'associazione contenente ARB più CCB, e 2,3% per un'associazione ACE-inibitori più CCB).

Il 6% di quanto la regione Lombardia ha speso per tutte le associazioni libere (pari a 1,2 milioni di euro annui), potrebbe dunque essere eliminabile con l'introduzione di associazioni fisse degli stessi farmaci, come già avviene in Europa, ricorda Stefano Carugo.

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