Mi hanno particolarmente colpito alcuni fatti, durante la campagna elettorale francese per la presidenza della Repubblica, che si concluderà il 5 maggio. Impressioni che la dicono lunga sulla differenza abissale di sensibilità, che intercorre tra i politici francesi e quelli nostrani, nei riguardi dellippica. Ampi servizi giornalistici, corredati da una serie di fotografie alquanto eloquenti, con i tre candidati: Ségolène Royal, François Bayrou e Nicolas Sarkozy. Questultimo in sella ad un cavallo bianco della Camargue, la Ségolène con in mano le briglie di un altro cavallo e Bayrou vicino ad un trattore e come sfondo unazienda agricola. François Bayrou è un allevatore di cavalli di galoppo, ha allevato Alix Road, piazzata nel classico Prix de la Marne (Gr.I), e invitata alla Japan Cup (una delle più ricche e importanti corse mondiali). Herve Morin, braccio destro di Bayrou e capogruppo dellUDF, allAssemblea nazionale, è il proprietario di Literado, recente vincitore di Gruppo III a Longchamp, che ha dichiarato: «La mattina, con François (Bayrou ndr), prima della rassegna stampa commentiamo Paris Turf» (quotidiano ippico francese). Sempre ai massimi livelli tra i politici francesi, vi sono allevatori di cavalli da trotto, tra cui Jean Arthuis, presidente del Consiglio regionale della Mayenne, ex ministro delle Finanze, allevatore del 5 anni Philotenor (da Tenor de Baune), vincitore di due corse di gruppo I (le corse di gruppo sono la definizione di alcune corse classiche).
A novembre dello scorso anno gli allevatori francesi dellOrne, alla loro festa annuale dove hanno gentilmente voluto festeggiare i capilista italiani tra cui la scuderia Biasuzzi, annoverava quale ospite donore il senatore dellOrne Alain Lambert, che i giornali francesi danno come probabile nuovo ministro delle Finanze, incarico già ricoperto in passato.
È di tutta evidenza che nessuno dei politici di casa nostra ha o, ha mai avuto (salvo il periodo andreottiano), lo stretto legame che hanno gli omologhi francesi con il mondo agricolo e con lippica in particolare. Quanto sopra, potrebbe essere una causa non marginale del lento, ma inarrestabile declino del nostro settore, rispetto al forte rigoglio dellippica francese. Occorre, sensibilizzare la politica nostrana, al fine di riportare con convinzione, alla centralità dellazione dellUnire lallevamento con tutte le sue componenti, se non vogliamo vedere scomparire nel giro di qualche anno tutto quello che è stato fatto di importante nel settore dal dopoguerra in poi.
Sempre in campo transalpino, è di questi giorni la notizia che lo Stato francese ha deciso di ridurre il prelievo sul gioco ippico. Per i non addetti ai lavori, la riduzione del prelievo consiste in definitiva, in una minore entrata per lo stato ed in una maggiore remunerazione per lo scommettitore. Politica saggia e di grande lungimiranza.
* consigliere dellAnact
(Associazione nazionale
allevatori del cavallo trottatore)
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