Ippodromi multifunzionali per controbattere la crisi

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Ermanno Mori

Per l'ippica corrono tempi di burrasca ed una nuova possente mareggiata si appresta domani con il proclamato sciopero di tutte le agenzie ippiche aderenti a Snai alle quali, in assenza di un segnale di trattativa da parte dei Monopoli di Stato, si aggiungeranno anche le agenzie che fanno capo a Sagisport. Il motivo è l'annunciata creazione di circa 4500 ricevitorie per le scommesse su tutti i giochi sportivi, meno quelle dei cavalli, da situare prevalentemente nelle città.
Per le scommesse ippiche, già in preoccupante flessione, si profila dunque un’ulteriore mazzata. Il gioco sui cavalli perde a mano a mano quota anche per il sopraggiungere di tante nuove scommesse sul calcio e altri sport che il mensile «Il Punto vincente», edito dall'Aams (Amministrazione dei Monopoli di Stato), reclamizza in modo molto brillante.
In realtà l'interessante rivista reca un'intervista di Lino Ceccarelli al ministro Alemanno, dove si fa il punto sulla situazione ippica. Il ministro risponde in modo concreto ed, oltre a ribadire la necessità di una riduzione delle corse per riequilibrare il settore ippico, lancia anche un'idea che suona calzante nella situazione attuale di proclamati scioperi. La riportiamo letteralmente: «È necessario che l'ippodromo si trasformi in uno spazio multifunzionale, con molteplici possibilità di divertimento e, non da ultimo, con attività di giochi e scommesse aperte tutti i giorni».
Sull'opportunità che gli ippodromi, i quali sono collegati alla rete nazionale delle scommesse, che hanno attrezzature e spazi sufficienti, ristorante, parcheggi, zone giochi, spazi alberati, per effettuare, nel migliore dei modi l'accettazione del gioco, possono avere la facoltà di gestire tale attività tutti i giorni dell'anno e per tutti i generi di giochi, concordiamo con l’idea del ministro.
In fin dei conti gli ippodromi tra trotto e galoppo, esistenti in Italia, sono essenzialmente una trentina. L'allargamento della base di accettazione delle scommesse in tutti i settori, come ormai sta avvenendo, è un problema di importanza fondamentale. Si tratta solo di non creare squilibri tra i vari tipi di eventi prescelti. Purtroppo il cavallo, sulle cui corse, in passato, era riservata l'esclusività del gioco, ora si trova in antagonismo con molte altre attività sportive, ed è anche meno «amato» dall'erario perché assorbe una quantità consistente dei proventi delle scommesse, in quanto c'è da sostenere il costo del suo mantenimento. Fatto che non sussiste nei giochi cosiddetti «numerici».
Gli ippodromi nelle grandi città si stanno spopolando perché anche il ceto modesto ha ormai una seconda casa al mare o in collina dove evade per il week-end. I ragazzi sono attratti da altre attività sportive sempre più violente e riportarli al mondo dei cavalli non è facile. Ci va di ringraziare a questo punto la Fise che, con contributi avuti dall'Unire, ha acquistato pony per far partecipare i giovani a gare sia di trotto che di galoppo nei vari ippodromi italiani. Si è creato un piccolo circuito positivo che avvicina al cavallo una quantità di giovanissimi e loro parenti. Una volta conosciuto e amato il cavallo, l'attrazione sarà duratura ed un certo recupero per l'ippica di spettatori, sarà possibile. Ma intanto apriamo gli ippodromi tutti i giorni per consentire la crescita di una vita ippica. Anche le agenzie ippiche ne trarranno vantaggio perché conseguenza della passione per i cavalli sarà quella dell'attrazione al gioco, che ormai non viene visto più come peccato mortale. Del resto, con la chiusura di numerose agenzie, che non hanno ottemperato ai loro impegni, si rimpolpa la rete commerciale. Ormai l'ippica, oltre e sotto l'aspetto agricolo, va vista come fatto sociale legato ad una grande quantità di persone che vi operano.

E se il ministro ha ottenuto di recente dall'Amministrazione dei Monopoli un contratto di rilevante produzione di tabacco (quando altri ministri dicono che il fumo fa morire), per salvare una quantità di agricoltori oramai impegnati in produzioni tabacchicole, si potrebbero salvare quei pochi ippodromi minori che al ministro viene suggerito di sopprimere, trasformandoli anche in parco divertimenti ed agenzie per accettazione del gioco.

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