Irak, due soldati Usa torturati e decapitati

Il ministro della Difesa iracheno: «Sui corpi i segni di bestiali sevizie»

Irak, due soldati Usa torturati e decapitati

Fausto Biloslavo

L’America è sconvolta: i due marines dispersi venerdì scorso a sud di Bagdad sono stati ritrovati sgozzati e orribilmente torturati, nel cosiddetto «triangolo della morte», dove fu rapito e ucciso il giornalista italiano Enzo Baldoni. Kristian Menchaca, 23 anni, texano di Houston e Thomas L. Tucker, 25, di Madras, Oregon, erano stati fatti prigionieri a un posto di blocco nei dintorni di Yusufya, cittadina infiltrata dai ribelli a 25 km da Bagdad.
Lunedì notte i cadaveri dei soldati americani sono stati ritrovati vicino alla centrale elettrica di Yusufya. Secondo fonti del ministero della Difesa iracheno i corpi avevano «segni di bestiale tortura» ed erano imbottiti di esplosivo. L’esecuzione sarebbe avvenuta «in modo barbaro», probabilmente tramite decapitazione o sgozzamento. I poveretti erano così malridotti che il generale William Caldwell, portavoce delle forze di coalizione, ha dichiarato: «Sono stati ritrovati i resti che supponiamo siano dei nostri soldati». La loro identificazione, ha detto la tv americana Cnn, è avvenuta grazie al test del Dna, dal momento che «attraverso le fisionomie del volto era impossibile».
Al Qaida con un comunicato su Internet aveva rivendicato il giorno prima del macabro ritrovamento la cattura dei due americani senza fornire, però, foto o video. Ieri è apparso in rete un altro messaggio considerato dubbio sia dagli americani sia dagli stessi integralisti che viaggiano su Internet, perché inserito in un forum e non sul solito sito di Al Qaida. «Annunciamo la buona notizia alla nazione islamica dal campo di battaglia. I due crociati presi in ostaggio sono stati giustiziati tagliandogli le gole», recita il comunicato firmato dal «Consiglio della Shura dei mujaheddin», che raggruppa le formazioni oltranziste irachene. Secondo il messaggio «con la benedizione di Allah onnipotente, Abu Hamza al Muhajer ha eseguito il verdetto del tribunale islamico (la Shura, ndr)». Il nuovo tagliatore di teste è il successore di Abu Musab Al Zarqawi, ucciso in un raid aereo Usa.
Venerdì scorso, poche ore dopo la cattura dei due soldati americani, i corpi speciali Usa avevano individuato la macchina sulla quale viaggiava lo sceicco Mansur al-Mashhadani, uno dei maggiori leader spirituali di Al Qaida nel paese. Il religioso, che decideva nella Shura dei mujaheddin la sorte degli ostaggi occidentali, è stato eliminato da un bombardamento mirato nell’area di Yusufya, dove erano spariti i due americani.
Yusufya assieme alla cittadine di Al Mahmudyah e Al Latifyah costituiscono il «triangolo della morte», dove spadroneggiano bande di tagliagole sunniti. Alcuni gruppi hanno un’impostazione talebana e distribuiscono volantini per ricordare alle donne che devono coprirsi dalla testa ai piedi. Oppure abbattono le antenne satellitari che permettono di captare le televisioni straniere, strumenti del diavolo. In questi luoghi, a una cinquantina di chilometri a Sud della capitale, è stato prima rapito e poi ucciso, dall’Esercito islamico, il giornalista Enzo Baldoni.
Nelle mani degli estremisti sunniti dovrebbero trovarsi anche i quattro diplomatici russi sequestrati il 3 giugno. Ieri il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, ha invocato «il rilascio immediato della nostra gente». I rapitori avevano lanciato un ultimatum, secondo il quale le truppe russe dovrebbero ritirarsi dalla Cecenia in 48 ore. Inoltre, in un comunicato viene chiesto anche il rilascio «dei fratelli e delle sorelle musulmane dalle prigioni russe».
Akhmed Zakayev, ministro del governo in esilio dei guerriglieri ceceni, ha preso le distanze dal rapimento, chiedendo che gli ostaggi russi siano «rimessi in libertà senza condizioni». Zakayev fa parte dell’ala moderata dei ceceni in contrapposizione alle posizioni oltranziste dei fondamentalisti come Shamil Basayev.
Nel frattempo si combatte a Ramadi, una delle città del triangolo sunnita, dove i miliziani stranieri sono in fuga grazie a un’operazione congiunta degli americani e degli iracheni con l’appoggio di alcune tribù locali, che non amano gli eccessi di Al Qaida.

A Baquba, un raid aereo americano avrebbe eliminato per errore una quindicina di contadini fra cui un bambino, anziché pericolosi terroristi. Nella capitale due autobombe hanno causato dodici morti e una quarantina di feriti, mentre a Bassora, il capoluogo del Sud, un kamikaze si è fatto saltare in aria in un ospizio.

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