Irak, strage di pellegrini sciiti

Bagdad. Oltre cento pellegrini sciiti, fra cui donne e bambini, sono stati uccisi ieri in un duplice attentato suicida vicino a Hillah, città a 95 chilometri a sud di Bagdad. Almeno 160 i feriti.
Una trentina di altri pellegrini sciiti sono morti in attacchi nella capitale e in altre zone del Paese. I gruppi erano diretti alla città santa di Kerbala. Si teme che questi nuovi attentati scatenino sanguinose rappresaglie ai danni dei sunniti.
Il Paese è sempre più in preda alla violenza. Né le forze americane né quelle di Bagdad riescono a reprimere i ribelli e porre fine ai quotidiani attacchi e bagni di sangue. L’altro ieri hanno perso la vita anche nove soldati statunitensi, dilaniati da ordigni fatti esplodere al passaggio dei loro veicoli. Sale a 3.179 il numero delle vittime Usa in Irak dal marzo 2003, quando il presidente George W.

Bush ordinò l’invasione del Paese medio-orientale dove, nel frattempo, si è rafforzata al Qaida. Ieri un commando di guerriglieri seguaci di Osama bin Laden ha dato l’assalto al carcere di Mosul e ha liberato 140 detenuti.

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