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Iran, Ahmadinejad apre: "Incontrerò Obama" Poi chiude sul nucleare

Il presidente iraniano cerca il dialogo con Washington. L'occasione sarà la sua partecipazione all'Assemblea Onu. Resta ancora aperta la questione nucleare: "Teheran non rinuncerà ai suoi diritti" 

Iran, Ahmadinejad apre: 
"Incontrerò Obama" 
Poi chiude sul nucleare

Teheran - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è "pronto" a incontrare il presidente americano Barack Obama e a discutere con lui in un dibattito pubblico in Tv quando si recherà all’Assemblea generale dell’Onu. "Come ho già detto in precedenza - ha affermato Ahmadinejad in conferenza stampa - sono pronto a un dibattito alle Nazioni Unite per discutere dei problemi globali e anche per ascoltare i punti di vista altrui".

Il nodo nucleare Poi annuncia che l'Iran è pronto a un dialogo sul nucleare con i paesi del gruppo 5+1 in un quadro "giusto e logico". "Abbiamo proposto un dialogo in un quadro logico e giusto con tutti i paesi che possono permettere di cambiare le cose" a livello internazionale, ha dichiarato Ahmadinejad. Il gruppo raggruppa 5+1 comprende i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ovvero Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, e la Germania. Il programma nucleare iraniano, che le capitali occidentali sospettano di avere come scopo ultimo la fabbricazione di una bomba atomica, sarà al centro della riunione dell’Aiea che si svolgerà questa settimana a Vienna.  Ma il presidente iraniano ha ribadito che non ci saranno passi indietro e che Teheran "non rinuncerà ai suoi diritti inalienabili" in materia di nucleare.

Accuse a Obama e all'Occidente Le elezioni del 12 giugno che lo hanno visto rieletto presidente sono state "un punto di svolta" per l’Iran, secondo Ahmadinejad. Il presidente sottolinea che il voto ha dimostrato che "in Iran esiste una vera democrazia" e ribadisce le accuse ai "nemici" stranieri di avere orchestrato un complotto contro le elezioni.

Aggiunge che le proteste nel paese e le reazioni dall’Occidente hanno dimostrato che "non sono veri gli slogan di cambiamento" di Obama.

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