Iran, niente biciclette alle donne: è sconveniente

Teheran. Biciclette, pattini e monopattini sono sconvenienti per le donne, che quindi non potranno più farne uso in pubblico. Lo ha annunciato la polizia di Isfahan, l’antica capitale iraniana e principale meta turistica della Repubblica islamica, con un’ordinanza citata ieri dal quotidiano Etemad. Gli agenti, ha aggiunto il giornale, hanno avvertito che prenderanno provvedimenti contro coloro che non rispetteranno il divieto.
Torna così alla ribalta in Iran la disputa sull’uso della bicicletta da parte delle donne, che non è mai stato visto di buon occhio dai conservatori iraniani. A metà degli anni ’90 Faezeh Hashemi, presidente della Federazione sportiva femminile e figlia dell’allora presidente pragmatico Akbar Hashemi Rafsanjani, condusse una campagna affinché fosse garantito alle ragazze questo diritto. Alcuni gruppi di integralisti reagirono aggredendo fisicamente le donne che andavano in bicicletta. Oggi a Teheran le donne si servono della bicicletta praticamente solo in qualche parco con piste ciclabili, come del resto gli uomini, vista la pericolosità del caotico traffico della capitale.
Nel Paese continuano intanto le impiccagioni: ieri è stato giustiziato un uomo a Ghonbad Kavous, nella regione di Golestan, dove vivono i turcomanni iraniani. Il condannato era accusato di avere ucciso un poliziotto.

A Kerman, nell’Iran occidentale, il comandante della polizia locale, ha annunciato l’imminente esecuzione di 12 «teppisti» arrestati assieme ad altre 186 persone negli ultimi quattro mesi. I loro reati «vanno dal consumo di bevande alcoliche fino alla molestia delle donne altrui».

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