Claudio Pompei
Tanto tuonò che piovve. Come abbiamo più volte scritto nei giorni scorsi, entro il 20 giugno, cioè fra pochi giorni, i contribuenti del Lazio dovranno cominciare a metter mano al portafogli per pagare un acconto Irap più salato. La conferma è giunta ieri dal sottosegretario al ministero dellEconomia Alfiero Grandi, il quale ha precisato che lincremento (che riguarda anche altre regioni) sarà applicato nella misura massima che porta laliquota al 5,25 per cento. La prima «stangata» che riguarda le imprese - poi sarà la volta anche delladdizionale Irpef - si dovrà pagare subito, come automatismo per coprire il disavanzo sanitario. Nel caso in cui il governo dovesse approvare il piano di rientro predisposto dalla giunta Marrazzo, i contribuenti potranno recuperare quanto versato in più rispetto al dovuto nel secondo acconto.
«Purtroppo ce laspettavamo e lavevamo detto in tempi non sospetti - commenta il senatore Andrea Augello, ex assessore al Bilancio della Regione -. La questione dellautomatismo degli aumenti riguarda la mancanza di copertura rispetto al disavanzo. Nel caso della nostra regione stiamo parlando di due miliardi di euro in un anno». Il capogruppo della Lista Storace alla Regione Fabio Desideri aggiunge: «Visto che nel Lazio tutti i contribuenti interessati dovranno pagare un acconto Irap più salato a causa del disavanzo sulla sanità, è assolutamente urgente che si convochi il Consiglio regionale straordinario richiesto dalle opposizioni e che lassessore Battaglia venga a spiegare insieme con Marrazzo in cosa consiste il suo piano straordinario per il recupero del deficit sanitario».
«Ora è chiaro - rincara la dose il vicecapogruppo di Forza Italia Stefano De Lillo - perché lassessore Battaglia non ha voluto parlare mai al Consiglio regionale del deficit nella sanità, decollato grazie ai provvedimenti sconsiderati di una maggioranza allo sbando: perché la soluzione era quella che avevamo previsto, laumento delle tasse. Per ora solo un assaggio, lacconto Irap. Ma siamo certi che entro breve il sistema produttivo del Lazio avrà di che soffrire ben altre vessazioni, grazie al disastro gestionale del centrosinistra in Regione». «Cominciamo a temere - aggiunge lesponente azzurro - che pur di mantenere la propria linea di controllo della macchina regionale, una parte della maggioranza abbia preso sul serio la teoria della de-crescita presentata dal sottosegretario Cento. Costi quel che costi: crisi delle imprese, disoccupazione, rivolte sindacali e, soprattutto, impoverimento delle famiglie del Lazio. Di tutto ciò stiamo anzi vedendo proprio i questi giorni ben più che un assaggio».
Ma non sono solo le forze di opposizione a sparare ad alzo zero contro la giunta Marrazzo. Perfino la Confesercenti - sicuramente non ostile pregiudizialmente nei confronti del centrosinistra - lancia lallarme: «Il risanamento dello stato economico e finanziario della Sanità del Lazio non dovrebbe comportare un possibile aumento di pressione fiscale a danno delle imprese». «I problemi della sanità - si legge in una nota - riguardano tutti ma a nostro avviso non è un aumento della pressione fiscale la soluzione che ci si attende da una giunta che giustamente si è caratterizzata in questi primi mesi attenta alle ragioni delle piccole e delle micro imprese di Roma e del Lazio, quelle soprattutto con meno di 5 dipendenti, quelle più esposte alla concorrenza, quelle che rappresentano oltre il 90% della nostra economia».
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