Iraq, gli Usa ritirano 12mila soldati

La casa Bianca accelera il piano di ritiro delle truppe. Il governo di  Bagdad: "Raggiunta un'intesa, meno uomini entro settembre". Kamikaze in bicicletta si fa saltare: è strage di reclute. Intanto il presidente dell'Afghanistan Karzai approva l'apertura di Barack Obama ai talebani moderati

Iraq, gli Usa ritirano 12mila soldati

Bagdad Gli Stati Uniti ridurranno il numero di truppe in Iraq di circa 12.000 unità nei prossimi sei mesi. Lo ha annunciato il portavoce del governo iracheno, Ali al-Dabbagh, nel corso di una conferenza stampa a Baghdad insieme al portavoce dell'esercito statunitense in Iraq, il generale David Perkins. "Ci siamo messi d'accordo su un ritiro di 12.000 soldati americani da qui a settembre" ha detto al-Dabbagh. Il generale Perkins ha spiegato che "due brigate combattenti che dovevano essere ritirate nei prossimi sei mesi, insieme con servizi di supporto come logistica, genio e intelligence, non saranno sostituite". Gli Usa hanno oggi in Iraq circa 140.000 militari. Una brigata combattente ha dai 4.000 ai 5.000 soldati. Il portavoce iracheno al Dabbagh ha ricordato che anche "4.000 soldati britannici avranno lasciato l'Iraq nel luglio 2009, conformemente all'accordo di sicurezza fra la Gran Bretagna e l'Iraq".

Karzai: bene Obama, dialogo con i talebani moderati Il grande gioco dell'America sullo scacchiera che va dal Medio Oriente all'Afghanistan si sta dunque dispiegando secondo le indicazione del presidente Barack Obama. E il capo di stato afghano Hamid Karzai ha accolto positivamente la dichiarazione del presidente Usa su possibili trattative con i taleban moderati. "E' una ottima notizia" che Obama "sostenga l'idea di trattative con i taleban che considera moderati", ha detto Karzai nel corso di una manifestazione a Kabul per la festa della donna.

"E' da tempo la posizione del governo afghano" ha spiegato, aggiungendo di essere disposto a dialogare solo con i taleban che non sono affiliati ad Al Qaida o a gruppi terroristi. "Sono benvenuti solo quelli che combattono il loro paese perché sono costretti, perché sono poveri o per altre ragioni" ha concluso Karzai.

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