da Milano
Piazza Affari premia il debutto di Iride. Il gruppo, nato dall'aggregazione tra Aem Torino e Amga, ha fatto ieri il suo esordio. Le azioni Amga sono state revocate mentre quelle di Aem sono state ribattezzate Iride. I titoli hanno chiuso in rialzo del 3,5% a 2,42 euro. A sostenere le azioni non sono tanto gli effetti della fusione quanto la prospettiva di ulteriori aggregazioni con altre ex municipalizzate del nord. Iride potrebbe essere interessata a hera. Ma non si esclude anche un interesse verso Enia, in vista di una espansione di Iride sia in Lombardia, sia in Emilia. Il gruppo, forte nell'upstream di elettricità e gas, «si integrerebbe bene con entrambe» sottolineano gli analisti di Centrosim. In merito all'obbligo di Opa totalitaria che pende su iride, secondo Centrosim «le tempistiche sono più lunghe delle attese» e per gli analisti di Rasbank l'offerta «dovrebbe registrare scarse o nulle adesioni se venisse lanciata a un prezzo di 2,08 euro per azione (media aritmetica tra il prezzo massimo d'acquisto da parte di Fsu (azionista di controllo) del 20,57% di Aem e la media degli ultimi 12 mesi)». La fusione tra le due società è stata stipulata il 25 ottobre e formalizzata martedì scorso. Per effetto dell'operazione agli azionisti Amga vengono assegnate azioni sulla base del seguente rapporto di concambio: 0,85 azioni ordinarie di Iride del valore nominale di 1 euro per ogni azione ordinaria Amga, valore nominale 0,52 euro. Su Iride, come già accennato, la Consob ha determinato a carico di Fsu (finanziaria sviluppo utilities, la società a partecipazione paritetica del comune di Torino e del comune di Genova) un obbligo di Opa totalitaria.
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