
da Venezia
Il grande regista statunitense di Drugstore Cowboy, Belli e dannati e Will Hunting - Genio ribelle, Gus Van Sant, torna al cinema con un film esplosivo che, attraverso la storia vera di un rapimento alla fine degli anni '70 a Minneapolis, racconta un pezzo dell'America più profonda e dei suoi sistemi finanziari e mediatici. Dead Man's Wire infatti ripercorre minuto per minuto il sequestro che, la mattina dell'8 febbraio 1977, il quarantaquattrenne Anthony G. Tony Kiritsis (interpretato da Bill Skarsgård) pianificò ai danni di Richard O. Hall (Dacre Montgomery), presidente della Meridian Mortgage Company, la società con cui aveva il mutuo e che, a suo dire, gli aveva rubato tutto. Il suo piano era semplice, prenderlo in ostaggio con un fucile a canne mozze calibro 12 collegato con un "dead man's wire" ossia un cavo teso dal grilletto al collo di Hall di modo che non potesse scappare. Un sistema che metteva il rapitore al riparo anche dai cecchini della polizia perché in un attimo sarebbe partito un colpo che avrebbe ucciso Hall. Le sue richieste erano di vedersi restituire cinque milioni di dollari, l'immunità giudiziaria e, soprattutto, le scuse personali del padre di Richard O. Hall, vero capo dell'azienda interpretato da Al Pacino straordinario a disegnare una severo e arido finanziere in pochissime sequenze.
Dead Man's Wire, presentato fuori concorso, ma applaudissimo, alla 82esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, ricostruisce con divertita ironia, con un uso straordinario delle musiche e con la restituzione della grana della pellicola d'epoca e delle immagini televisive, questi avvenimenti che hanno segnato anche la storia delle dirette statunitensi con una giovane reporter che ha mandato in diretta l'intero sequestro come si vede nelle vere immagini d'epoca sui titoli di coda.
Nelle istanze, che il protagonista recita in diretta tv, l'immedesimazione di molta gente di ieri e, probabilmente, anche di oggi "perché dice il regista a mano a mano che giravamo il mondo intorno a noi cambiava e abbiamo notato parallelismi inquietanti tra la nostra storia e gli eventi globali in corso. Ciò ha reso il progetto attuale e scomodo". In effetti la storia che viene raccontata è quasi senza tempo: "Le banche concedono mutui ma ipotecano sempre più le proprietà dei clienti.
Lui cerca di combattere qualcosa di più grande criticando il sistema che lo ha portato a quell'azione. È un film sul combattere, più che sul perdere. Se interpreti il combattente come perdente, però, le persone che vengono dal basso si identificano maggiormente".