New Delhi - C'é anche l'ambasciatore della repubblica Ceca in Pakistan tra gli oltre 53 morti nel pauroso attentato di ieri sera che ha semidistrutto l'hotel Marriott di Islamabad. Una parte dell'edificio è crollata nella notte e ancora le squadre di soccorso stanno lavorando tra le macerie. Il premier pachistano Yousuf Raza Gilani ha confermato che il corpo di Ivo Zdarek, ambasciatore della Repubblica Ceca in Pakistan è tra quelli già recuperati nell'ex albergo a cinque stelle, fino a ieri punto di riferimento della comunità internazionale in Pakistan.
Mancano all'appello Quattro stranieri, due americani, un ceco e un vietnamita, sono rimasti uccisi nell'attentato che ha colpito ieri l'hotel Marriot di Islamabad. L'ultimo bilancio ufficiale delle vittime è di 53 morti e 266 feriti, secondo quanto reso noto dal consigliere per l'interno del primo ministro, Rehman Malik. Tra i feriti, undici sono gli stranieri.ancora una ventina di persone che rimaste intrappolate nella struttura, mentre oltre venti tra i 230 feriti, versano in ospedale in gravi condizioni, per cui si teme che il bilancio delle vittime possa aumentare. L'albergo, di proprietà di una famiglia pachistana ma affiliato ad una catena americana, nella notte, dopo diverse ore nelle quali era stato avviluppato dalle fiamme, è crollato in parte, rendendo ancora più difficile il lavoro dei soccorritori. Il ministro degli interni Malik ha detto che l'attentato di ieri è 'l'undici settembre pachistanò e ha fatto sapere che l'intelligence di Islamabad da due giorni aveva informazioni circa un attentato pianificato nel parlamento della capitale pachistana, in occasione del discorso che Zardari ha tenuto ieri. La polizia ha così concentrato l'attenzione intorno al parlamento, che non dista molto dall'hotel Marriott.
Due esplosioni Il kamikaze che ha compiuto ieri l'attentato contro l'hotel Marriot di Islamabad ha lanciato un grosso camion sulla barriera di sicurezza e si è fatto esplodere nella cabina. L'enorme carico di 600 chili di esplosivo è scoppiato diversi minuti dopo. Lo rivela un video mostrato oggi da una televisione. Nelle immagini, registrate dalle telecamere di sorveglianza dell'albergo e diffuse dal ministero dell'interno, si vede un grosso camion di colore scuro dirigersi verso la barriera di accesso al parcheggio dell'albergo. Il veicolo sfonda la barriera ma va a cozzare contro una saracinesca che si solleva automaticamente ogni qualvolta un automezzo deve essere perquisito dalle guardie. Il kamikaze allora aziona un ordigno a quanto sembra di poca potenza, che fa divampare un incendio nella cabina. Dopo qualche istante di stupore, le guardie cercano di spengere l'incendio. E' solo dopo diversi minuti che la videocamera di sorveglianza cessa di funzionare, a causa della devastante esplosione che ha distrutto l'Hotel Marriott, secondo il consigliere del primo ministro per l'Interno, Rehman Malik.
La mano di Al Qaida Ancora non c'é nessuna rivendicazione ma sia i politici che gli investigatori pachistani puntano il dito contro Al Qaeda e i suoi affiliati. In un messaggio video la scorsa settimana, Al Zawahiri, numero due del gruppo terroristico che fa capo ad Osama Bin Laden, oltre a minacciare l'Occidente e gli Stati Uniti, si era scagliato anche contro i paesi alleati degli Usa come il Pakistan. Secondo alcune fonti di stampa pachistana, che riprende informazioni dei servizi di sicurezza, gli investigatori sono sicuri che dietro l'attentato di ieri sera ci sia il gruppo Therik-e-Taliban, guidato da Baiatullah Mehsud, che ha la sua base nella zona di nord ovest ai confini con l'Afghanistan ed è ritenuto il responsabile dell'omicidio di Benazir Bhutto.
Il premier: volevano colpire me Era il primo ministro pachistano l'obiettivo degli attentatori. Lo ha detto lo stesso premier Yousuf Raza Gilani all'aeroporto di Lahore.
Secondo quanto ha detto il capo del governo riportato dalla televisione pachistana, i terroristi avevano individuato come obiettivo la residenza del primo ministro che però era stata messa in allerta e sotto massima sorveglianza.Gilani uscì illeso da un agguato il 3 settembre scorso alla periferia di Islamabad, quando alcuni sconosciuti aprirono il fuoco contro la sua auto blindata e il convoglio della sua scorta.
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