Tel Aviv - Al quinto giorno della operazione 'Piombo fuso', proseguono i raid aerei israeliani a Gaza (in particolare contro i tunnel di contrabbando a Rafah) ed attacchi di Hamas contro importanti città israeliane - fra cui Beer Sheva, Ashdod e Ashqelon - sulle quali sono esplosi una quarantina di razzi. Settecentomila israeliani hanno ricevuto ordine di non allontanarsi dai rifugi o dalle apposite stanze protette dei loro appartamenti.
No alla tregua di 48 ore Il gabinetto israeliano per la sicurezza ha respinto la proposta di tregua a Gaza avanzata dalla diplomazia internazionale e ha perciò deciso di proseguire l'offensiva, secondo una fonte informata. Il premier Ehud Olmert, secondo i media locali, ha spiegato la decisione di respingere la tregua affermando: "Non abbiamo cominciato l'operazione Piombo Fuso per concluderla col proseguimento dei tiri di razzi (su Israele)". A conclusione del dibattito nel gabinetto per la sicurezza nazionale la decisione presa è stata perciò di continuare le operazioni militari a Gaza.
Hamas: disposti a trattare la tregua Il movimento islamico Hamas, al potere nella striscia di Gaza, è disposto a esaminare proposte di tregua che portino alla fine degli attacchi israeliani e alla totale revoca dell' isolamento di Gaza. Lo ha dichiarato a Gaza l' esponente di Hamas Ayman Taha. In una dichiarazione rilasciata dopo che Israele ha respinto proposte di tregua della diplomazia internazionale Taha ha detto: "Noi siamo per qualunque iniziativa che ponga subito fine all'aggressione e totalmente all'isolamento". Una fonte diplomatica europea a Tel Aviv ha intanto annunciato che una delegazione dell' Ue giungerà in Israele la settimana prossima per cercare di concordare un cessate il fuoco tra Israele e Hamas a Gaza. La delegazione sarà guidata dal ministro degli esteri ceco Karel Schwartzenberg, il cui paese è da domani presidente di turno dell' Ue, e includerà il suo omologo svedese Carl Bildt e il commissario dell' Ue per le relazioni estere Benita Ferrero-Waldner. L'Ue ha chiesto ieri un cessate il fuoco "immediato e permanente" tra Israele e Hamas.
Abu Mazen: risoluzione per il cessate il fuoco Il presidente palestinese Abu Mazen ha deciso di chiedere al Consiglio di sicurezza dell'Onu di adottare una risoluzione che imponga un cessate il fuoco a Gaza. Lo ha annunciato un suo portavoce. "Il presidente ha avviato contatti con membri del Consiglio di sicurezza e del gruppo arabo all'Onu per ottenere al più presto possibile una risoluzione del Consiglio di sicurezza in questo senso" ha detto in Giordania alla France Presse il portavoce Nabil Abu Rudeina. Il presidente Abbas deve incontrare oggi in Giordania il premier turco Recep Tayyp Erdogan.
Bush telefona a Olmert Il presidente degli Stati Uniti ha parlato oggi per telefono con il premier israeliano Ehud Olmert, per fare il punto della situazione a Gaza dopo il rifiuto israeliano di un cessate il fuoco in assenza di garanzie giudicate sufficienti. Da Crawford in Texas, dove Bush sta riposando nel suo ranch, il portavoce della Casa Bianca Gordon Johndroe ha indicato che Olmert ha garantito a Bush che verrà fatto il possibile da parte israeliana per evitare vittime civili. "Il presidente Bush vuole la fine delle violenze e so che il premier (Olmert) vuole lo stesso - ha detto Johndroe -. Vogliamo un cessate il fuoco che sia duraturo e soprattutto che venga rispettato da Hamas".
"L'Onu fermi Israele" La richiesta di una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che approvi una risoluzione che imponga l'alt all'attacco israeliano alla Striscia di Gaza e "una linea comune araba contro l'aggressione israeliana a sostegno del potere legittimo palestinese e per riprendere il dialogo interpalestinese al Cairo". Secondo fonti vicine alla Lega Araba, sono questi i punti principali di una risoluzione che i ministri degli esteri arabi, dovrebbero approvare. Nel documento è inclusa una ferma condanna" dell'aggressione israeliana e delle responsabilità di Israele per questa aggressione". Il consiglio ministeriale della Lega Araba dovrebbe quindi chiedere al presidente eletto degli Stati Uniti di "dare la priorità al processo di pace in Medio Oriente". Altro punto rilevante sul quale i 22 ministri arabi si sono soffermati è "la necessità di sospendere tutte le campagne e le accuse scambiate tra gli stati arabi" per poter raggiungere un atteggiamento comune contro "l'aggressione israeliana". Infine si annunciano iniziative per garantire assistenza urgente agli abitanti di Gaza e per la ricostruzione delle installazioni demolite dai bombardamenti.
Ieri, in una consultazione ristretta con Tzipi Livni (Esteri) ed Ehud Barak (Difesa), Olmert ha respinto l'idea di una "tregua umanitaria" di 48 ore avanzata dalla Francia. Ma sul tavolo ci sono altre iniziative diplomatiche, formulate nel tentativo di dar vita ad una tregua di lunga durata. Ai confini di Gaza rimangono schierati migliaia di soldati israeliani, pronti ad un eventuale attacco di terra. Hamas, ha detto ai ministri il capo dello Shin Bet (sicurezza interna) Yuval Diskin, ha subito un "colpo durissimo". I suoi quadri militari cercano rifugio - secondo Diskin - anche negli ospedali e in decine di moschee "che - ha sostenuto - sono state adibite anche a magazzini di armi".
Da Gaza un portavoce di Hamas, Fawzi Barhum, ha osservato che la diplomazia internazionale deve concentrarsi innanzi tutto nel "fermare la aggressione israeliana, revocare l'isolamento della Striscia e garantire la apertura dei valichi". Dal valico di Kerem Shalom (Israele) e di Rafah (Egitto) sono entrati oggi aiuti umanitari per la popolazione palestinese.
Il bilancio aggiornato dei palestinesi uccisi in questi giorni dal fuoco israeliano è di 376, i feriti sono stimati oltre 1.700. Secondo fonti palestinesi, il 15 per cento delle vittime sarebbero donne e minorenni. In Israele i razzi di Hamas hanno provocato finora la morte di quattro persone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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