Mentre governi e banchieri europei discutono della proposta di Obama che potrebbe riscrivere lordine finanziario mondiale, irrompe Moodys per dirci che le prospettive del settore bancario italiano «sono negative». E lagenzia di rating spiega anche perché: bassa redditività, adeguatezza patrimoniale sotto la media europea, contesto macroeconomico di stagnazione. E, soprattutto, un livello di perdite su crediti che nel 2010 supereranno le cifre già consistenti del 2009.
Henry MacNevin, senior vice president di Moodys e team leader per il settore bancario italiano, non ha dubbi: «La principale area di rischio per le banche italiane nel 2010 è quella del deterioramento dei crediti, anche se per adesso le cose stanno andando un po meglio delle nostre aspettative».
Secondo lanalista, infatti, «le perdite saranno maggiori rispetto al 2009, lanno di picco dallinizio della crisi finanziaria. Una crisi che il presidente dellAbi, Corrado Faissola, ha quantificato in 20 miliardi di perdite a livello di sistema. Tuttavia le cifre ufficiali si potranno conoscere solo con lapprovazione dei bilanci. Sul giudizio di Moodys pesa evidentemente lo scenario macro: dopo la recessione, infatti, lanno appena iniziato sarà quello della «stagnazione». Ma pesa anche «il deterioramento dei fondamentali finanziari».
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