Istituti professionali, la grande rinascita

La Lombardia gioca d’anticipo con le linee fondamentali della riforma Gelmini. E lo fa con un’intesa siglata tra il presidente della Regione Roberto Formigoni e il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che, in soldoni, già sperimenta «l’unificazione dell’istruzione professionale statale con l’istruzione e la formazione professionale regionale». E mentre si riconferma l’eccellenza del sistema Lombardia - «garantendo ai giovani una formazione professionale personalizzata e rispondente alle esigenze del sistema produttivo» chiosa il ministro - sin dal prossimo settembre quindici istituti milanesi e lombardi, primi in Italia, rilasceranno il diploma professionale di tecnico. Che altrimenti detto significa «avere come focus modelli organizzativi coerenti con una didattica rinnovata, la valorizzazione dei laboratori e, soprattutto, il coinvolgimento e il supporto del mondo produttivo» fa sapere Giuliana Pupazzoni, responsabile del coordinamento dei quindici istituti coinvolti. «Coinvolgimento» di Confindustria, Api, Confcommercio e Confservizi che saranno parte in causa nel nuovo e forte sistema formativo da cui ricavare personale qualificato. «Sostituendo la collaborazione istituzionale all’incomprensibile conflitto di competenze aperto dal precedente governo» annota infatti il ministro Gelmini, «vogliamo realizzare insieme alla Lombardia questo sistema formativo che parte dai profili tecnici e che può essere la risposta migliore alle richieste del mondo produttivo che lamenta carenza di profili tecnici specifici». Non è un mistero, giusto per essere chiari, che il settore dell’istruzione professionale - meccanico, chimico, elettrico, turistico e commerciale - negli ultimi anni ha subito una profonda crisi tanto da far crollare le richieste di iscrizioni a livelli sempre più bassi e con una dispersione «pari al 25 per cento» denuncia l’assessore regionale Gianni Rossoni. Tendenza che ha preoccupato non poco il sistema produttivo lombardo, «adesso però questo segmento formativo ritrova le migliori risorse per riaffermare prestigio, considerazione e ruolo» osserva Anna Maria Dominici, direttore scolastico regionale. Naturalmente, aggiunge il presidente Formigoni, «questa sperimentazione che permette di innalzare la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione professionale, potrà essere di riferimento anche per le altre Regioni d’Italia».

Tra l’altro, dopo la prima fase (anno scolastico 2009-2010) in cui la formazione professionale regionale verrà offerta anche dagli istituti professionali statali in aggiunta ai tradizionali percorsi di istruzione professionale, è prevista una seconda fase (2010-2011) con la possibilità di attivare un quinto anno per il raggiungimento del diploma di Stato «finalizzato all’ammissione all’Università».

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