Per il secondo giorno consecutivo a spingere gli indici di Piazza Affari - che hanno frenato sul finale - ci hanno pensato soprattutto le banche. All'interno del comparto, è stato anche ieri protagonista assoluto il Banco Popolare, che, dopo avere già guadagnato il 2,77% il giorno prima, ha messo a segno un rialzo a doppia cifra, pari al 15,23 per cento. Lad Pierfrancesco Saviotti ha dichiarato che, dopo aver richiesto i Tremonti bond, «non abbiamo bisogno daltro». Nella seduta precedente il mercato aveva accolto con favore la notizia della richiesta di T-bond per 1,45 miliardi e la conferma che è allo studio un'operazione - con ogni probabilità il delisting - sulla controllata Italease. «La richiesta dei bond in anticipo rispetto alle altre banche italiane - commentano gli analisti di Intermonte - è proprio legata all'urgenza di chiudere l'operazione Italease». Ieri, invece, le azioni del Banco Popolare sono state spinte al rialzo dalle voci, diffusesi in mattinata, circa il possibile lancio di un'offerta da parte di una banca francese su Credito bergamasco. Interpellato sulla possibilità di una cessione di Creberg, un portavoce di Banco Popolare ha spiegato che «si tratta di un'ipotesi totalmente priva fondamento».
Mentre ci si attende che le prossime banche a richiedere Tremonti bond, con tempi un po' più lunghi di Banco Popolare, siano Unicredit, Intesa SanPaolo e Monte dei Paschi di Siena, ieri i titoli in Borsa hanno archiviato la giornata con progressi rispettivamente del 5,96%, del 5,06% e del 2,90 per cento. In particolare si è anche appreso che in Unicredit la Fondazione Crt può salire nel capitale fino al 5,004%, secondo socio dopo Cariverona al 5,66%, per effetto della sottoscrizione dei bond cashes. Ma ora la due giorni di guadagni del settore bancario non deve trarre in inganno.
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