di Mario Alberto Cucchi
Lo stadio di San Siro non è abbastanza grande per ospitarne una riunione. Sono i Cavalieri dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Solo dal 25 gennaio 1991 al 6 giugno 2008 ne sono stati nominati 111.459 a cui si aggiungono 26.676 Ufficiali al merito della Repubblica. In via del Quirinale la Cancelleria dell’ordine sta lavorando per informatizzare e rendere noti sul sito www.quirinale.it i nomi di tutti i Cavalieri investiti dall’onorificenza a partire dal 1951, data di istituzione dell’ordine. Per certo si sa che ben 25.772 cittadini italiani sono diventati Commendatore dal 1985 al giugno di quest’anno. Salendo con il grado dell’onorificenza scendono i numeri: «solo» 23.566 i decorati come Grande Ufficiale dal dicembre 1952 ad oggi. In minor numero i Cavalieri di Gran Croce insigniti dal novembre del ’52, appena 8.520.
Per premiare altissime benemerenze di uomini eminenti, italiani e stranieri, può essere «eccezionalmente» conferita ai Cavalieri di Gran Croce la decorazione di gran cordone dell’ordine. Talmente pochi che non se ne conosce il numero.
Sembra un vero e proprio «medaglificio». Sul sito internet del Quirinale raggruppando tutte le onorificenze, non solo quelle di cui abbiamo appena parlato, sono presenti 246.153 nominativi. In realtà i numeri sono in diminuzione: con Ciampi presidente le onorificenze disponibili ogni anno erano state «tagliate» da 13mila a 10mila. Oggi con Napolitano sono scese a 8mila. Secondo il Quirinale il numero di medaglie disponibili non viene mai utilizzato in toto.
Come si fa ad entrare nel primo fra gli ordini nazionali? Il fondamentale requisito è l’età. Di norma non si possono conferire onorificenze a cittadini che non abbiano compiuto 35 anni. Inoltre non bisogna essere titolari di un mandato parlamentare in corso. Per una volta deputati e senatori sono tagliati fuori. Per fregiarsi con le insegne corrispondenti al grado ricevuto è necessario essersi distinti in attività sociali e umanitarie. La medaglia è anche destinata a «ricompensare benemerenze acquisite verso la nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche». A questi si aggiungono i cittadini che si sono distinti in attività sociali e umanitarie assieme a quelli che hanno prestato «lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari». In molti casi chi ha dedicato una vita al lavoro pubblico viene poi caldeggiato dal proprio ministero per avere un’onorificenza.
Chi conferisce le onorificenze dell’ordine al merito della Repubblica italiana? Il presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, sentita la giunta dell’ordine. Esiste anche un apposito ufficio di Palazzo Chigi all’interno del dipartimento del cerimoniale di Stato. Si tratta dell’ufficio onorificenze e araldica che ha sede in via della Mercede 9 a Roma. Le segnalazioni di proposte onorifiche arrivano da dicasteri, istituzioni, parlamentari, prefetti, associazioni e anche da singoli cittadini. L’ufficio cura la proposta attraverso un’istruttoria presso gli uffici territoriali del governo e le amministrazioni di appartenenza. Il numero massimo di «papabili» viene fissato di anno in anno sulla Gazzetta ufficiale, solitamente in gennaio.
Ma che vantaggi dà nella vita quotidiana avere la medaglia e l’attestato incorniciati in salotto? «Nessuno» rispondono decisi dalla Cancelleria dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Non si può neppure saltare la coda in Comune.
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