Italia, l’avvio del 2010 è il migliore d’Europa

VETTURE La fine dei bonus potrebbe far rallentare il prodotto nel secondo trimestre

L’economia italiana ha agganciato la ripresa internazionale nel primo trimestre di quest’anno, e tuttavia è ancora presto per cantar vittoria. La crescita dell’1,2% stimata dall’Ocse nel periodo gennaio-marzo, superiore allo 0,9% della media Ue, rischia infatti di essere seguita da una dinamica più lenta, con un secondo semestre che segnerebbe un più modesto 0,5%. A spingere il primo trimestre sono state le vendite di automobili. Con la fine degli incentivi, si verificherebbe invece un rallentamento. Il governo italiano, aggiunge l’Ocse, ha fatto bene a non prendere misure di stimolo del Pil, perchè in caso opposto avrebbe rischiato d’essere punita dai mercati.
Queste stime sulla crescita dell’Italia, commenta il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, «sono incoraggianti, anche se la ripresa è intermittente ed esposta a rischi di arretramento». Scajola ricorda che nel giro di una settimana partiranno i nuovi incentivi ai consumi, con l’obiettivo di sostenere la crescita nei prossimi mesi. «La forte richiesta da parte dei consumatori, insieme al buon andamento del turismo nel periodo pasquale - conclude il ministro - sono segnali incoraggianti di recupero dell’economia».
L’Ocse ha reso note ieri le stime dell’interim assessment, che viene reso noto fra le due relazioni semestrali sull’economia globale. Il quadro disegnato nel documento è di «moderato ottimismo», spiega Pier Carlo Padoan, capo economista dell’organizzazione che raggruppa le principali trenta economie mondiali. «Ci sono buone notizie - afferma - la ripresa incomincia a partire, anche se non ovunque alla stessa velocità. Si tratta però - aggiunge - di un processo ancora fragile: le difficoltà del mercato del lavoro ed altri fattori legati ai mercati finanziari (ad esempio, le difficoltà della Grecia e di Dubai) ci spingono a consigliare prudenza nell’arrestare le politiche di stimolo dell’economia».
La dinamica di crescita italiana per il 2010 è differente rispetto alle altre tre principali economie europee. La Germania è andata male nel primo trimestre, con un tasso di crescita ancora negativo (-0,4%), ma dovrebbe rimbalzare del 2,8% nei secondi tre mesi. La Francia dovrebbe crescere del 2,3% nel primo e dell’1,7% nel secondo trimestre. La Gran Bretagna, infine, mostra una crescita del 2% nei primi tre mesi, e del 3,1% nel secondo trimestre. Il quadro complessivo disegnato dagli economisti di Chateau de la Muette vede un’economia globale in buon rimbalzo a inizio d’anno, ma con qualche pericolo di rallentamento a partire dall’estate. Nell’insieme dei Paesi del G7, l’economia dovrebbe crescere dell’1,9% nel primo e del 2,3% nel secondo trimestre. Stati Uniti e Giappone dovrebbero crescere più rapidamente dell’Eurozona.
Padoan, che in passato è stato direttore esecutivo per l’Italia al Fondo monetario internazionale, promuove la politica economica adottata dal nostro Paese nel momento di crisi. «L’Italia - spiega - ha fatto bene ad astenersi dall’adottare ampie misure di stimolo alla crescita, come hanno fatto altri. È stata la scelta giusta, perchè i Paesi con alto debito pubblico sono i più esposti alle preoccupazioni dei mercati, e l’Italia non è stata punita». I problemi italiani sono «di lungo termine»: oltre al debito, la bassa crescita e la bassa produttività. Dal punto di vista congiunturale, «un fattore molto importante per la crescita sono state le vendite di auto, che - osserva il capo economista dell’Ocse - hanno avuto un ruolo essenziale nello spingere al rialzo i numeri del primo trimestre. Adesso, con la fine degli incentivi, ci sarà un rallentamento».

Padoan tuttavia ricorda che la crescita di lungo termine dell’Italia non si discosta dall’1%, «e dunque non siamo molto distanti dalle condizioni normali». Le riforme necessarie alla crescita sono sempre le stesse: sistema scolastico, innovazione, liberalizzazione dei servizi, miglioramento della Pubblica amministrazione per ridurre i costi delle imprese.

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