A Palermo sono circa 10mila i cani senza padrone che vagano per la città in cerca di un tozzo di pane o di una carezza. Ci sono anche i branchi, inselvatichiti, pericolosi.
Da recuperare o da ammazzare? La gente è divisa, ma il bilancino pesa dalla parte dei cani, spesso abbandonati dai loro ex padroni in prossimità delle ferie, o quando al loro bambino il «giocattolino» non diverte più. E così il branco dei randagi ingrossa le sue file. I numeri ufficiali rivelano il fenomeno. In Italia i cani di proprietà sono circa 6 milioni, mentre quelli senza padrone sfiorano il mezzo milione (441.125 al luglio 2008). Come sono distribuiti?
Per quanto riguarda il centro-sud in Puglia e Campania sono 7mila i cani senza padrone che girano per campagne o sostano nei paesi. Al terzo posto della sconfortante classifica, la Sicilia, con 68mila randagi contro i 10mila accolti nei rifugi. Segue la Calabria con 65mila cani in libertà contro i 10mila nei canili e il Lazio dove sono 60mila contro i 13mila in gabbia.
Ma non sempre i ricoveri per i cani sono posti di transizione, dove gli animali vengono accuditi in attesa di un affido. Spesso diventano dei lager come nel caso del custode dei 50 cani di Scicli. «Abbiamo trovato un estremo degrado, condizioni igienico-sanitarie molto precarie e abbiamo sequestrato larea», ha spiegato il colonnello dei Nas, Ernesto Di Gregorio che con i suoi uomini ha cercato i cani del branco addirittura con lelicottero senza trovare traccia. «Non cè stata caccia grossa, abbiamo abbattuto due cani perché cera una situazione di estremo pericolo alla sicurezza pubblica. Noi non vogliamo abbattere nessuno, sia chiaro». I Nas indagano anche sulle responsabilità di carattere amministrativo.
Chi doveva controllare i cani dati in affido dalla Procura, cioè Asl e sindaco, lha fatto? E in che modo? Domande a cui ancora non è stata data risposta. Ma lEnpa già punta il dito su tutta la gestione siciliana della legge sul randagismo. «Dal 2003 sono arrivati in Sicilia ben due milioni 168mila euro e 350mila sono stanziati per il 2009 sbotta il presidente Carla Rocchi -. Il 60% di questi fondi era vincolato alle sterilizzazioni. Che non sono state evidentemente fatte.
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