Italia con Mordente, ma poteva fare di più

Oscar Eleni

La colomba eurasiatica accompagna l’Italia del basket sulla strada del ritorno, lasciando nella prefettura di Saitama le ultime lacrime, mentre la Germania si salva a stento con la Nigeria, gli Stati Uniti piallano l’Australia, la Francia elimina l’Angola e la Grecia travolge la Cina con un 3° quarto da 26-6 che dice tutto sull’argilla di Yao Ming. Il mondiale continua secondo logica anche se l’esclusiva Rai ci fa temere che non avremo quasi più niente dal Giappone. La tv matrigna che consuma salotti per un sorteggio di coppa sa come amareggiarti la vita.
Per i giocatori di Recalcati, forse, non vedere più nulla sarà la cura migliore, ma sbagliano. Sono stati bravi, ma con limiti evidenti, emersi nelle partite dove c’era qualcosa da costruire, rischiando, dopo essere stati protetti dal progetto minimalista dell’allenatore: entrare fra le prime 16. Era poco, e adesso non facciamo i finti tonti dicendo che ce ne andiamo ingiustamente con 2 partite perse su 6. Abbiamo vinto contro chi? Non colossi, e con gli Stati Uniti ci dobbiamo accontentare di aver guadagnato ancora di più il loro rispetto. Valorizziamo tutto, ma valutiamolo bene pensando all’europeo 2007 che ci darà il passaporto olimpico. Recalcati il saggio è la guida sicura. Avrà già in mente come ritoccare questa Azzurra che ha giovani talenti, ma non nei ruoli chiave, regia e centri. Micione Charlie assolve capitan Basile, ci mancherebbe, ma da Barcellona ci avevano detto che il Baso e Marconato erano in fase calante. Ecco le pagelle dell’Italia, com’erano alla partenza e come sono state alla fine.
BELINELLI. 7 quando è entrato nel mondiale, 7 all’uscita perché gli manca una dimensione in attacco e dà ancora poco valore al pallone che conta.
BASILE. 6 dopo la fiacca catalana, 5,5 in questo mondiale iniziato alla grande e finito senza energia. È uno vero, ci servirà fino a Pechino, anche come 12°.
MANCINELLI. Era da 5 dopo la brutta stagione, esce con un 5,5 non perché abbia sfruttato male i pochi minuti in campo, ma proprio per averne meritati pochi nel lavoro di preparazione.
SORAGNA. Un duro da 7 fisso ed esce con un bel 7,5, anche se nelle due partite finali era nervoso, affaticato da un recupero da mano fratturata.
MARCONATO. Uno da 5, dicevano a Barcellona e al mondiale è rimasto sul 5. Ragioniere senza slanci.
MORDENTE. 7,5 per le finali scudetto, 8 nel mondiale dove avremmo affidato a lui il centrocampo insieme a Basile.
PECILE. Da 5, se è vero che Siena ha pensato di non confermarlo e ci sarà un motivo, a 5,5 perché ha istinto coinvolgente, ma non senso del gioco.
MICHELORI. 6,5 con Cantù, 7 al mondiale. Caparbio, un nobile cavallo da tiro.
ROCCA. 8 in stagione, 9 nel mondiale. Con gente come lui vai contro qualsiasi muro.
DI BELLA. 6 nella Virtus dove dicevano che non era all’altezza, 6,5 nel mondiale per il coraggio, ma un regista non può chiudersi le porte d’uscita quando pensa all’attacco.
GARRI. 6,5 con Biella, 6 a Sapporo, 5 a Saitama. Vuole minuti, ma nel grande basket bisogna sfruttare gli attimi.
GIGLI.

6 con Reggio Emilia e 6 anche dopo il mondiale, dove ammette lui stesso di aver capito che chi gli parlava di Nba era un bugiardo.
RECALCATI. 6 dopo l’Europeo e la stagione con Siena, 8 per un mondiale dove ha creato una squadra dandole un’anima.

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