Le forti difficoltà del mercato dellauto (-6,5% il dato di aprile in Europa) rispecchiano la situazione economica del Vecchio continente. A soffrire, tra i grandi mercati, sono Italia (-18%) e Spagna (-21,7%), Paesi che il Centro studi Promotor non esita a definire «palle al piede». Drammatici, e non cè da stupirsi, i dati di Grecia (-56,7%) e Portogallo (-41,7%). Decisamente migliore landamento degli altri tre mercati di peso (Gran Bretagna +3,3% e Germania +2,9%, mentre la Francia è riuscita a contenere le perdite: -1,9%). E per fortuna, in questo caso, che ci sono alcuni Paesi dellex Cortina di ferro (Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia) dove le vendite sono state positive. Ecco perché il dato globale non è stato ancora più pesante. «Se nei prossimi mesi Germania e Regno Unito riusciranno a confermare le loro performance di crescita e la Francia a stabilizzare le proprie immatricolazioni - commenta Romano Valente (Unrae) - lItalia resterà la maggior responsabile del rallentamento dellEuropa». Roberto Vavassori (Anfia) riassume le cause della débâcle italiana: stretta creditizia, rincaro dei carburanti, fiscalità esagerata. Ancora un ribasso a due cifre per le vendite di Fiat Group Automobiles: -11,3% (vola sempre Jeep: +27,5%). A marzo, però, era andata peggio, con un -25,8% da addebitare soprattutto al fermo bisarche. Mentre ad aprile, rileva una nota, «la situazione consegne sta tornando alla normalità». E infatti la quota del 7,1%, segnata il mese scorso, è sì più bassa rispetto al 7,5% del 2011, ma «in sensibile miglioramento rispetto al 5,4% di marzo», rileva il Lingotto. Resta pesante il bilancio dei 4 mesi: volumi in calo del 17,9% e quota al 6,5%, dal 7,4% di un anno fa.
In questo scenario di crisi, ad aprile ha perso colpi anche il gigante Volkswagen. Il gruppo tedesco si conferma primo in classifica con una quota del 24,7%, ma cede il 5,2% nelle immatricolazioni. Bene i marchi Jaguar, Land Rover, Kia, Bmw, Audi, Citroën e Chevrolet.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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