Il viaggio dalla Romania allItalia per studiare giornalismo, lo sfruttamento da parte di due connazionali, una delicata operazione al cuore poi laccoglienza in un centro comunale allestito per lemergenza freddo. È lodissea vissuta da Lavinia Litu, romena di trentanni, dal 4 dicembre ospitata nel centro «Emergenza freddo» per i senzatetto di via Zurla.
Lavinia, studentessa in Comunicazioni Sociali della Pontificia Università Gregoriana racconta quanto accaduto. «Tutto ha inizio - ricorda - il 15 maggio, quando due nostri connazionali, marito e moglie, sistemano me e il mio amico Ioan in subaffitto in una stanza in un appartamento con tre camere in via Poggi dOro, ai Colli Albani, dicendoci che saremmo stati messi in regola con il contratto daffitto. Da quel momento sono iniziate soprusi e angherie, fino a quando ci hanno cacciati di casa lasciandoci in mezzo alla strada senza neanche permetterci di riprenderci le nostre cose».
I mesi trascorsi da maggio a dicembre per Lavinia e Ioan si trasformano un incubo. «I problemi sono cominciati subito - continua Lavinia - labbiamo capito quando, contrariamente a quanto ci avevano promesso, ci hanno negato laccesso a internet. Nemmeno una parabola sul balcone ci hanno fatto installare. Poi sono cominciati i dispetti: prima ci hanno tolto il cibo dal frigo comune, poi hanno preteso che il pagamento delle bollette fosse fatto dividendo limporto in base alle stanze dellappartamento, e non al numero di persone esistenti, cioè otto.
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