In Italia va ancora peggio: neppure Giordana si salva

Male anche Salvatores. A maggio il pubblico è calato di un terzo

Michele Anselmi

da Roma

«Niente panico»: raccomanda il presidente dell'Anec, ovvero il capo degli esercenti, Walter Vacchino. A una più approfondita lettura dei dati, il calo di pubblico, nel confronto fra i primi cinque mesi del 2005 e l'analogo periodo del 2004, sarebbe del 14%, equivalente a 6.650.000 spettatori in meno, e non del 30-35% come ipotizzato dal Corriere della Sera. Il che porta Vacchino a considerare «assolutamente inaccettabile» l'ipotesi, lanciata dal produttore Aurelio De Laurentiis, che i film possano uscire contemporaneamente al cinema, in dvd e sulla pay tv (sia pure a prezzi diversi: rispettivamente 6, 5 e 15 euro) per limitare i danni della pirateria.
D'accordo, niente panico. Epperò le cifre relative agli incassi delle ultime due settimane inducono a un ragionevole pessimismo, se non peggio. «La situazione è disastrosa e disperante», mormora rassegnata Tilde Corsi, scottata dai risultati poco esaltanti di Cuore sacro (3.118.000 euro invece degli 8-9 milioni previsti). Proprio ieri, presentando alla stampa l'esordio di Alessandro Tofanelli, Contronatura, con Maya Sansa, Andrea Di Stefano e Valeria Cavalli, la produttrice di Ozpetek ha ricordato che perfino il limite minimo delle 25.000 presenze - cioè quanto serve per poter accedere al più basso gradino di Sky - ormai suona come un traguardo impegnativo. La crisi sta impietosamente racchiusa nei bollettini Cinetel compulsati ogni lunedì dagli addetti ai lavori. A maggio, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si registra un meno 34%. Giugno non ne parliamo. Il weekend dal 3 al 5 ha visto un incasso totale di 2.910.000 euro, metà dei quali totalizzati dal fumettaro Sin City (a quota 1.553.000, essendo uscito il primo giorno del mese). Delude Star Wars Episode III, che dopo tre settimane non ha ancora superato i 7 milioni di euro; e anche Le Crociate non se la passa bene: 7.590.000 euro in un mese.
Con gli italiani peggio mi sento. Quo vadis, baby? di Salvatores, noir pure pensato per il grande pubblico, sarà pure terzo negli incassi della settimana scorsa, ma nell'insieme ha totalizzato 869.000 euro, poco visto il numero delle copie (230). E che dire di Quando sei nato non puoi più nasconderti di Giordana, fermo a 1.260.000 euro, nonostante il passaggio in concorso a Cannes e la massiccia promozione? E siamo ai piani alti del cinema nazionale, trattandosi di titoli comunque importanti, realizzati con disponibilità di mezzi, distribuiti l'uno da Medusa e l'altro da RaiCinema, firmati da registi di nome. Scendendo ci si scontra con risultati impressionanti. Amatemi di Renato De Maria in tre giorni s'è dovuto accontentare di 22.000 euro, Cielo e terra di Luca Mazzieri di 7.951, Fratella e sorello di Sergio Citti di 1.680. In questo desolante contesto risultano quasi dei successi, si fa per dire, Fatti della banda della Magliana di Daniele Costantini e Nessun messaggio in segreteria di Miniero & Genovese: il primo è a quota 60.000, l'altro a 108.000.
Con questi chiari di luna, benché uno spot raffigurante Babbo Natale in sandali ricordi che i grandi film non arrivano solo d'inverno, il prolungamento estivo della stagione rischia di fermarsi qui. Potranno funzionare, forse, Batman begins e La guerra dei mondi, i due kolossal hollywoodiani in uscita il 17 e il 29 giugno; ma per il resto nessuno si fa illusioni. Le colpe? Vai a saperlo.

Troppi film senza storia e senza richiamo? Il richiamo atavico dell'ombrellone? Congeniti difetti di marketing? Ritardi tecnologici rispetto alle nuove frontiere della pirateria «sociale»? Difese corporative degli esercenti? «Non troviamo ragioni logiche, abbiamo provato di tutto», si arrende Roberto Cicutto, titolare della Mikado.

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