Le italiane e il sesso

L'86,51% è soddisfatta di come fa l'amore il partner. Il 54,75% ammette di aver simulato l'orgasmo. Il 35,79% fa sesso dalle 2 alle 3 volte la settimana. E il 7,65% dice di aver fatto sesso di gruppo 

Le italiane e il sesso

Il momento di un click. Un’istantanea per dire chi sono le donne di oggi e che rapporto hanno con la propria sessualità. Un flash e l’immagine è lì: in movimento. Il momento di un click appunto, anche se poi tutto scorre, si modifica. Veloce. Le donne e il sesso, il rapporto con la propria sessualità, in continua evoluzione. Dagli anni della rivoluzione femminista tutto è esploso. La voce delle femministe nelle piazze ha fatto da amplificatore alle voci di tutte le donne. Potere alle donne: le minigonne, il sesso prima del matrimonio, i contraccettivi, l’aborto. Tutte le abitudini al vaglio. Il piacere e il dovere. La casa e gli obblighi familiari con l’ambizione personale, il lavoro, la carriera. Da allora il tempo non si è più fermato.

Le donne parlano di sesso e raccontano. Un’inchiesta di Grazia traccia una mappa del piacere delle donne italiane. E loro, convocate e ormai sdoganate, hanno risposto. Numerosissime. In quindicimila hanno raccontato gli aspetti della loro vita più intima. Sono le donne moderne, quelle che navigano su internet ma che difficilmente usano la rete per il sesso, quelle che non hanno mai baciato, con passione, uno sconosciuto (l’80 per cento), quelle soddisfatte del loro compagno (l’87 per cento) e che non cambierebbero partner per nessun motivo al mondo (il 56 per cento); che dialogano con lui, l’uomo, e gli chiedono esattamente quello che vogliono.

Le donne italiane sono consapevoli. Rivendicano la loro femminilità e il diritto alla felicità sessuale. Sono meno deluse dei maschi, anche se magari quando escono con le amiche si lamentano. Non cercano più il principe azzurro, ma sanno accontentarsi. Qualche abitudine rimane. Lasciano ancora l’iniziativa all’uomo, ma molti tabù sono scomparsi. Tre donne su quattro si ritengono brave nelle situazioni più calde. Il 29 per cento fa sesso almeno una volta a settimana. Il 48 per cento confessa orgasmi multipli. Resta un certo pudore nei giochi al limite: circa il 15 per cento fa uso di sex toys o si fa riprendere da una telecamera.

«Contraddittorie» questo il commento della direttrice di Grazia, Vera Montanari. «In 25 anni di femminili, ho visto moltissime evoluzioni, soprattutto in questo ambito. Oggi il tono delle nostre lettrici è molto soddisfatto, si sono emancipate moltissimo, e il tutto è avvenuto in tempi relativamente brevi». Oggi le immagini si rincorrono rapidissime in successione e il ritratto deve essere aggiornata sempre più spesso. Nel frattempo ci sono stati programmi televisivi, discussioni, dibattiti, sdoganamenti, spettacoli teatrali.

Shere Hite ha curato il «Rapporto». È considerata la massima studiosa mondiale di sessuologia. Era il 1976, lei aveva 34 anni e la sua inchiesta sulle donne americane fece letteralmente scandalo. Oltre cinquecento pagine di sessualità femminile in tutti i suoi aspetti, una ricerca che ha cambiato definitivamente lo sguardo sul mondo.

Per la prima volta qualcuno parlava con un approccio scientifico di desiderio, frustrazione, passione delle donne. Sono passati trent’anni dalla pubblicazione in Italia del rapporto Hite e quello che emerge è un forte diritto alla sessualità. «Le italiane sono quelle che fanno il miglior sesso rispetto alle europee, un dato importante. Le italiane sono belle, e questo incide molto sull’autostima e sul rapporto del partner». «Ormai il parlarne non è più un problema - dice Shere Hite - anzi. Anche se le donne temono di essere considerate troppo appassionate o troppo disinvolte. Hanno ancora paura di essere considerate poco serie se godono del sesso come gli uomini. Tocca ai maschi impegnarsi, come hanno fatto le donne, per modificare vecchi convinzioni». Ma la fotografia sta cambiando.

Immagini di giovani donne che con il tempo hanno imparato ad abbattere vecchi tabù, consapevoli, sempre di più,

che hanno perso quel pudore antico, affrontato e mandato in soffitta il senso di colpa e di peccato, che non hanno vergogna di parlare e di affermare con un po’ di malizia: «Sì, sotto le lenzuola ci so fare e lo dico».

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