«Gli italiani si sono posti in modo arrogante E Magna con GM nel 2014 batterà Torino»

nostro inviato a Silverstone

«Mi chiede perché la stampa tedesca ha assunto un atteggiamento ostile verso Fiat? Penso che il gruppo italiano sia stato visto porsi, nell’operazione Opel, con una certa arroganza. Da qui la reazione dei media». Herbert Demel, responsabile della divisione Powertrain di Magna International per i mercati mondiali, è in questi giorni a Silverstone, dove sono in corso i festeggiamenti per il Cinquantenario della Mini, l’icona delle quattro ruote acquisita dal Bmw Group. L’ex amministratore delegato di Fiat Auto, chiamato a Torino dall’ex responsabile del Lingotto, Giuseppe Morchio, è sicuramente tra gli attori principali della battaglia tra Fiat e Magna per il controllo di Opel.
Il duello con i suoi ex datori di lavori è entrato nella fase cruciale...
«Non esageriamo. Magna e Fiat procedono lungo due linee parallele. Non parliamo di competizione».
È comunque vero che i governatori di molti Lander hanno dimostrato di nutrire per Magna maggiori simpatie...
«Devo dire che gli emissari di Magna hanno lavorato molto con gli advisor di Opel, con Gm e Gm Europa, nonché con i partner russi. Sono stati spesso a Russelsheim, quartier generale della casa tedesca. Probabilmente, nell’ambito di questi rapporti, hanno lavorato diversamente rispetto a Fiat».
Se dovesse spuntarla il gruppo per cui lei lavora, ci potrebbe essere un accordo con Fiat?
«La probabilità è bassa».
Ma...
«Ma se loro avessero bisogno di piattaforme siamo pronti a discutere».
Quando ritiene che uscirà il vincitore?
«Credo che la rosa, peraltro ridotta, dei contendenti venga prima scremata. Ci vorranno altre settimane».
Della vostra cordata fanno parte anche i russi di Gaz e la banca Sberbank. Qualcuno ha messo in dubbio l’affidabilità dei vostri soci russi, anche alla luce del momento non proprio favorevole che il Paese sta attraversando...
«Il partner russo rappresenta una base industriale del nostro progetto. Gaz è importante per gli aspetti delle vendite e dei servizi».
Il vostro piano?
«Abbiamo pianificato la produzione di 2 milioni di modelli Opel da qui al 2014, ma è previsto un forte apporto di General Motors che innalzerà questa quota. Dico solo che sarà superiore rispetto ai numeri stimati da Fiat per la casa tedesca».
Sia sincero, ingegnere, cova un po' di vendetta? Del resto è stato Marchionne a darle il benservito...
«Non ci penso proprio».
Pensa di guidare lei il futuro eventuale gruppo Magna-Opel-Gm-Gaz?
«Spero di no».
La presenza di Demel sul circuito di Silverstone, in mezzo a più di 20mila appassionati e collezionisti di Mini, provenienti da ogni parte del mondo, non è casuale. Magna International, infatti, si occuperà della produzione della futura Mini Crossover, evoluzione del modello inglese che sarà lanciato sui mercati nel 2010. La società austro-canadese, in corsa per Opel, progetta e assembla veicoli per conto di altri costruttori.


Dagli Stati Uniti, intanto, una fonte vicina ai negoziati smentisce che in casa General Motors, nel momento in cui i vertici dovranno scegliere a chi consegnare le proprie attività europee, possano prevalere i risentimenti nei confronti dell’ex socio Fiat. «L’amministratore delegato Fritz Henderson - dice la fonte - è un vero businessman e il suo comportamento sarà di conseguenza. Non sottovaluterei, però, il fondo Ripplewood: non li vedo fuori in questo momento».

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