La crisi economica spaventa, terrorizza, mina il subconscio. Per questo un italiano su tre sarebbe pronoto a fuggire a lasciare il Paese, pur di non dover fare i conti ogni giorno con il portafogli.
«Il test messo a punto dall'Eurodap - afferma la dottoressa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente dell'Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico - chiedeva alle persone di esprimersi su varie situazioni della vita quotidiana, precarietà lavorativa, salute, rapporti sociali, rapporti con il partner. Dalle riposte ottenute si evince che oggi un italiano su tre vive da lungo tempo ormai, almeno due anni, in uno stato di allarme». Ha paura. Percepisce l'Italia come un posto pericoloso e insidioso. Alcuni timori vengono giustificati anche razionalmente, come quello nei confronti della criminalità o del fenomeno dell0immigrazione, dell'assenza di un futuro per sé e per i propri figli. «Mentre in altri casi può sviluppare vere e proprie fobie irrazionali», aggiunge l'esperta.
Secondo la Vinciguerra, anche responsabile dell'Uiap, Unità Italiana Attacchi di Panico, presso la Clinica Paideia di Roma queste persone vivono un senso angosciante di precarietà, temono di perdere improvvisamente tutto ciò che hanno. «In questo modo la loro vita è pesantemente condizionata da un continuo stato di allarme, legato a tutti gli aspetti della quotidianità, compresi il lavoro e le relazioni interpersonali - speiga la psicoterapeuta -. Tutto ciò provoca inevitabilmente delle risposte di disagio psicofisico, che inizialmente si possono manifestare con un forte aumento di irritabilità, insonnia, cefalee, dolori muscolari, aumento di stanchezza, disagi alimentari. Disagi che, se trascurati, possono trasformarsi in vere e proprie patologie come gastriti, diabete, cardiopatie e a livello psicologico ansia generalizzata, attacchi di panico, depressione».
Fondamentale è prendere coscienza della libertà di cui queste paure ci privano e dei comportamenti ai quali ci costringono. «Il primo indispensabile passo per cercare di ridimensionare questa percezione di costante pericolo - conclude la Vinciguerra - può essere quello di rafforzare la fiducia in ognuno di noi, migliorando lo stato di ansia e stress con cui stiamo vivendo.
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