Quattro proiettili calibro 11, in un agguato che la polizia thailandese ha definito «da professionisti» e dal movente ancora sconosciuto, a circa 200 metri dallentrata della cascata Bang Pae, a pochi minuti dalle spiagge di Phuket: è morto così Luciano Butti, nato a Montevarchi (Arezzo) 60 anni fa, ma residente dal 1991 nel paradiso tropicale di Phi Phi, dove era scampato per miracolo allo tsunami del 26 dicembre 2004. Il cadavere è stato trovato laltra sera accanto alla moto che aveva noleggiato. Gli inquirenti sono sulle tracce di «diversi uomini» visti allontanarsi su una berlina; la precisione dei colpi - tutti tra il petto e la clavicola - e il fatto che nei pantaloncini di Butti siano stati lasciati quasi 22 mila baht (520 euro) in contanti, fanno pensare a un omicidio premeditato. Butti si divideva spesso tra Phi Phi e Phuket, dove proprio ieri avrebbe dovuto concludere con un accordo economico la causa di divorzio dalla moglie tedesca, da cui aveva avuto un figlio. A Phi Phi - lisola resa famosa dal libro e poi dal film «The Beach» - il suo ristorante «Ciao Bella» era ormai considerato unistituzione e insieme a un socio Butti gestiva anche alcuni bungalow adiacenti al locale. Lui stesso paragonava Phi Phi, in cui si era imbattuto per un imprevisto nel 1987 quando era ancora incontaminata dal turismo, a «una bella donna da amare». Nel dicembre 2004, il suo «paradiso» - come lo definiva - si tramutò improvvisamente in un inferno che per poco non gli costò la vita: lo tsunami rase il suolo il suo ristorante e lo costrinse a una fuga precipitosa verso le colline interne, assieme al suo personale. Da quella esperienza nacque un libro, «Tsunami: scusate se non sono uno scrittore ma un sopravvissuto», con parte del ricavato devoluto ai superstiti dellisola.
Un anno e mezzo dopo, il «Ciao Bella» fu riaperto. Butti viene ricordato da chi lo conosceva come «gentile e generoso».
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