Iva sull’auto, il governo corre ai ripari

Finanziaria: possibile la revisione triennale degli studi di settore

Gian Battista Bozzo

da Roma

La sentenza della Corte di giustizia europea sulla detraibilità dell’Iva per le auto aziendali mette le ali ai piedi del governo: per evitare una corsa al rimborso, che avrebbe potuto provocare complicazioni per i conti pubblici di quest’anno, Vincenzo Visco ha fatto approvare ieri un decreto legge che fissa il 15 dicembre prossimo la data limite per la presentazione delle domande. I rimborsi, dunque, incominceranno dal 2007.
«Temevamo il ricorso a meccanismi disordinati di autocompensazione», ammette il viceministro delle Finanze, riferendosi a possibili buchi che si sarebbero potuti produrre già con i versamenti Iva di lunedì. Ora le Finanze metteranno a punto i modelli da presentare per il rimborso, in cui i contribuenti dovranno indicare l’ammontare dell’Iva sulle auto aziendali e motivarne l’uso. Il costo della sentenza sarà di «parecchi miliardi» di euro, prevede Visco. «È una pillola avvelenata che ci ha lasciato il governo Berlusconi», aggiunge il viceministro, dimenticando che la questione della detraibilità dell’Iva sulle auto aziendali risale al lontanissimo 1979. E difatti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, ricorda che «la questione si trascina da almeno venticinque anni». L’Italia chiese allora a Bruxelles una deroga alla norma della detraibilità, per motivi di forza maggiore (i soliti problemi di bilancio); la deroga, da provvisoria si è trasformata, come spesso avviene in Italia, in definitiva. «Visco pensi a pagare i debiti da lui creati», ribattono dal centrodestra, ricordando la spada di Damocle europea riguardo l’Irap: la sentenza della Corte di giustizia è in arrivo, forse già in ottobre, con eventuali conseguenze molto gravi. Per Riccardo Pedrizzi (An), il governo Berlusconi ha lasciato in eredità «non una pillola avvelenata, ma un sensibile aumento del gettito fiscale: Visco lo usi per risolvere questo problema una volta per tutte».
Con Prodi e Padoa-Schioppa in Asia, la preparazione della Finanziaria fa una battuta d’arresto sul fronte dei tagli di spesa. Sui grandi capitoli - pensioni e sanità - le pagine restano ancora bianche. Con tutta probabilità, non ci sarà in Finanziaria alcun riferimento all’età pensionabile, mentre ci saranno gli aumenti dei contributi per i lavoratori parasubordinati e (forse) per gli autonomi. Sulla sanità, come conferma il ministro Livia Turco, la manovra «è ancora tutta da scrivere», ticket compresi. Nel comparto della pubblica amministrazione sono stati inseriti interventi limitati, come il tetto al ricorso all’outsourcing o come la possibilità di fusione fra enti e organismi pubblici. È previsto inoltre «l’autofinanziamento» del Coni, tramite sponsor privati. Torna in auge anche la polizza anti-calamità per la casa, ed è probabile la proroga dello sconto Irpef sulle ristrutturazioni edilizie.
Sul fronte fiscale, invece, Visco va avanti con rapidità. Sono alla studio una serie di modifiche agli studi di settore, tra cui la revisione triennale (oggi avviene ogni 4 anni). Inoltre, come conferma il viceministro Roberto Pinza, sono allo studio «misure di fiscalità per le imprese».

Secondo l’analisi del centro studi «Sintesi», lo sblocco delle addizionali comunali, promesso da Padoa-Schioppa e Visco nell’ultimo incontro con gli Enti locali, potrebbe portare nelle casse dei Comuni circa 1.350 milioni di euro in più, con un aggravio medio di 24 euro per ciascun cittadino.

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