Elvis e Michael Jackson, al di là della loro grandezza artistica, ci hanno insegnato come la musica diventi un bene di consumo e lartista (seppur sommo) poco più che un supervenditore. Non scandalizziamoci, questo non va a scapito del valore della popstar. Si vende la sua musica ma anche il suo stile di vita. «Il sistema delle celebrità del rock - scrive il critico Gary Herman - è ideato per mantenere costantemente un nome designato nellocchio e nellorecchio del pubblico, per incoraggiare il processo didentificazione e promuovere le vendite». Business is business, perché non approfittare con i più grandi? Soprattutto quando hanno un talento naturale e innovativo come Jacko. Insomma chiamatela furbata, sfruttamento del caro estinto, ma il film e il cd This Is It, (usciti ieri), il musical teatrale Thriller Live e il libro Moon Walk rendono onore a Michael Jackson. Soprattutto il film e lalbum; in quelle immagini di un Jackson al lavoro, leader ma allo stesso tempo entusiasta apprendista pronto per «regalare al pubblico cose mai viste» (come dice alla fine del film), il divo e lammiratore diventano un tuttuno, assorti nella passione che li accomuna. Non a caso si parla di fan in delirio in tutto il mondo. A questo punto non importa se Jacko stesse bene o male, dalle immagini che vediamo (daccordo, quasi due ore tratte da mesi di prove non possono raccontare la verità) ce la mette tutta. È il folletto senza tempo che si cala nei panni di Billy Jean; è il pirotecnico ballerino che unisce soul, dance, funky in They Dont Care About Us; il romantico balladeer di I Cant Stop Loving You; il mito di Thriller; il rocker che insegna alla sua chitarrista come «tirare le note alte» per fare un assolo alla Jimi Hendrix in Beat It e Smooth Criminal. Nel film si vede come Michael curi maniacalmente i dettagli ed abbia una solida preparazione musicale; come segua gli arrangiamenti dando consigli ai musicisti e ai bravissimi ballerini (emozionati allinizio del casting come e più dei concorrenti di Amici). Quei primi 50 concerti londinesi avrebbero dovuto essere il «suo» show. Ora non cè più: al suo posto esce un film che lo fa rimpiangere. «Un film che condivide con il pubblico il processo creativo di Michael da aprile a giugno - racconta il regista Kenny Ortega - This Is It mostra il genio di Jackson al lavoro. Era una meravigliosa armonia dinnocenza e genialità». Di gentilezza e di umiltà aggiungiamo noi, almeno per ciò che si vede dalle immagini. E - sempre dalle immagini - unaltra cosa è certa: abbiamo perso uno degli show più grandiosi e pirotecnici (degno di un musical broadwayano) della storia del pop. «Il nostro obiettivo era quello di trattare leredità di Michael con dignità e rispetto», ha chiosato il produttore John Branca.
Anche il doppio album This Is It è destinato ai piani alti delle classifiche, impreziosito dallomonimo brano inedito, splendida ballata soul interpretata in due verisoni, una con i fratelli, dalla poesia Planet Earth e da versioni mai pubblicate di Wanna Be Startin Something, Shoes Out of My Life e Beat It (più un libretto commemorativo e tante foto).
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