Janet, una single di ferro contro i terroristi

Janet Napolitano è la donna dell’outsourcing. La prima volta che l’America sentì parlare di lei fu quando decise di spostare i centri telematici dello Stato dell’Arizona in India e Messico: «Conviene di più». Doveva risparmiare perché aveva ereditato un bilancio statale con un buco da un miliardo e seicento milioni. Era il 2002. Oggi quel bilancio è in attivo di trecento milioni e lady Napolitano è diventata una delle donne più potenti d’America. Si è prenotata un posto alla Sicurezza interna nell’amministrazione Obama perché è considerata brava, tosta, serena. Una che nel suo Stato organizza anti-terrorismo ogni sei mesi, che non ha avuto scrupoli a schierare la polizia armata lungo la frontiera con il Messico.
Obama la conosce bene, Washington anche. Perché da sei anni guida l’Arizona e si trascina il consenso di democratici e repubblicani: favorevole alle leggi severe contro l’immigrazione, convinta sostenitrice del rigore contro criminali e terroristi, prima donna della storia a presiedere la conferenza dei governatori. La Napolitano ha 50 anni ed evidenti origini italiane: i suoi avi arrivarono dalla Campania e si fermarono a New York. Viene dalla costa Est, ma è diventata famosa nel West. Non s’è mai sposata: dice che non ha trovato la persona giusta e adesso aggiunge che non ha tempo. Qualcuno ha ironizzato sul suo orientamento sessuale. «Non sono gay, sono una single lavoro-dipendente», ha sempre smentito la governatrice che per far capire meglio la sua idea di famiglia ha sempre preso posizione contro i matrimoni omosessuali. È anche per questo che piace ai conservatori. Per questo e per altro, come il non aver mai alzato di un solo centesimo le tasse per ripianare il deficit dell’Arizona e come la sua voglia di combattere: qualche tempo fa in un’intervista raccontò di aver sconfitto il cancro al seno.
La Napolitano appoggia Obama dall’inizio della campagna elettorale. Dalle primarie, quando molti l’avevano messa tra le donne anti-Hillary, tanto da indicarla come potenziale vice-presidente per Barack. Ora fa parte del team di transizione, il gruppo di consulenti che seguirà il presidente eletto fino all’insediamento.
Lo stesso team del quale fa parte Penny Pritzker, l’altra donna di Obama. La miliardaria Penny, cioè la signora che ha gestito le finanze della campagna elettorale del neopresidente. Lei è l’erede dell’impero alberghiero Hyatt: un caso che ogni evento fondamentale della campagna obamiana fosse fatto in un hotel Hyatt? Penny è una del clan di Chicago: ha rifiutato l’incarico di segretario all’Economia, ma sa gestire le finanze. Se Obama ha raccolto più fondi di ogni candidato della storia americana il merito è proprio di lady Pritzker che per Barack ha anche creato la guerra in famiglia. Perché ovviamente Pritzker a Chicago non è un cognome qualsiasi: «Per noi sono quello che i Rockfeller sono per New York», dicono in città. Per questo tutti si sono divertiti a raccontare le beghe personali e politiche di Penny e suo fratello J.B. che, per scontrarsi con la sorella, fu scelto come capo della raccolta fondi di Hillary Clinton. La rivale di Obama nelle primarie. Ha perso lui e ha perso Hillary.

Ora l’ex first lady e Barack sono amici, forse lei sarà anche nella sua amministrazione. Penny ha rifiutato un posto, forse per convenienza o per restare più nell’anonimato, ma se la Clinton accetta è probabile che si porti J.B. nella sua squadra. Così un Pritzker comunque ci sarà.

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