Con Jeremy Scott adesso lo Swatch metterà pure le ali

L'appuntamento era, all'ora dell'aperitivo, da Colette, prestigiosa boutique di Parigi, indirizzo cult delle griffe di tendenza. In rue Saint Honoré, piena di negozi storici e di fascino, da un lato Les Tuileries, dall'altro Place Vendome, Swatch ha presentato a oltre 120 giornalisti della stampa internazionale le nuove creazioni, frutto della liaison con artisti d'eccezione. A un ritmo vorticoso, che sembra prendersi gioco delle «sole» due, al massimo quattro collezioni che la moda lancia ogni anno, le sue novità in materia di orologi in silicone, da cambiare come si cambia un abito, Swatch le comunica al mondo almeno una volta ogni due mesi. E, quando nascono da collaborazioni illustri, organizza le cose in grande stile come piace fare a Madame Arlette-Elsa Emch, che ne è l'affascinante e tenace presidente: gentile, impeccabile ma dallo sguardo schietto e dalla stretta di mano che la dice lunga sul suo carattere.
Colette è stata la location scelta per festeggiare la Art, Fashion & Sport Collection, linea in cui arte, moda e sport trovano espressione nel lavoro di tre personaggi sui generis: l'artista tedesco Markus Linnenbrink, lo snowboarder norvegese Terje Haakonsen e la star della serata parigina, lo stilista Jeremy Scott. Arrivato in rue Saint Honoré direttamente da New York, è artefice degli Swatch più pop e scenografici di stagione.
Il primo impatto - non solo quello dei modelli esposti - è forte: vederli insieme, l'elegante signora Emch e il designer innamorato dei cartoon, fa un certo effetto. Lei intervista lui: lei bionda-occhi-azzurri, labbra rosse e dolcevita scuro, lui vestito come un supereroe, ciuffo a banana e occhialoni, che alla domanda «Perché sei qui oggi?» risponde citando Josephine Baker: «J'ai deux amours, mon Pays et Paris», ho due amori, il mio Paese e Parigi. Uno li guarda, li riguarda e pensa a una cosa soltanto: sembra proprio che i due non c'entrino nulla l'uno con l'altra, che provengano da pianeti diversi e inconciliabili. Ma, come accade sempre secondo la legge dei contrasti, l'incontro di personalità che hanno fatto della fantasia, della capacità di osare e della grande passione per il proprio lavoro un credo, ha dato un risultato esplosivo. Basta guardare, questa volta la collezione: la linea di orologi ideata da Scott, come quelle degli altri due «colleghi», è in edizione limitata e numerata a 777 pezzi ed è composta da tre New Gent esclusivi.
Si chiamano Winged Swatch (bianco, dotato di un paio d'ali), Lighting Flash (giallo fluo, con cinturino a forma di saetta) e Swatch Opulence (nero, con cassa racchiusa in una maxi cornice dorata). Il lavoro di ciascun artista forma un kit, ma tutti gli esemplari sono venduti anche singolarmente al costo di 50 euro. Un prezzo democratico, va sottolineato, perché i parametri stabiliti nel 2010 da Swatch Group (un fatturato lordo di 6.440 milioni di franchi svizzeri incrementato del 21,8 per cento, di cui 5.532 milioni messi a segno dal settore Orologi e Gioielli; un ampliamento del retail con 1.600 nuovi posti di lavoro e 25mila collaboratori nel mondo) sono stati raggiunti - superando ogni performance e previsione - non solo grazie ai marchi di prestigio del Gruppo svizzero ma anche a tutti gli altri segmenti di prezzo.

E, soprattutto, per merito di una politica contraria al dormire sugli allori: creare, proporre, motivare, investire sono gli imperativi di un'azienda in continua evoluzione e dalle idee cristalline che, beffandosi della crisi, vuole raggiungere quota 10 miliardi di franchi svizzeri. A medio termine.

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