Antonio Lodetti
Cara vecchia Joan Baez, sempre uguale e sempre diversa, sempre lì a lottare per la pace e i diritti civili. Il mondo gira ma le offre sempre nuovi motivi per cavalcare la protesta; un tempo era il Vietnam, oggi è lIrak (dove tra laltro ha vissuto da ragazzina) o il nuovo razzismo. Così lei ha pubblicato il cd dal vivo Bowery Songs ed è partita in tournée, affrontando in Italia teatri strapieni come LArcimboldi di Milano e LAuditorium di Roma, con un pubblico di tutte le età ad acclamarla, a cantare in coro i testi delle sue canzoni. Al suo fianco solo due musicisti si alternano alle chitarre, al basso, al mandolino. Lei è al centro della scena; completo jeans e lunga sciarpa, capelli corti e ingrigiti, occhi luminosi e voce sempre fresca e squillante (anche se alcuni brani, come il suo inno di Woodstock Joe Hill, li affronta senza forzare i toni) pronta a dispensare emozioni. La platea agli Arcimboldi è completamente nelle sue mani, anche se Joan fa tutto tranne che spettacolo. Si prende il suo tempo tra un brano e laltro, riaccorda pazientemente ogni volta la chitarra, introduce le canzoni con un piccolo significativo preambolo.
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