La «Jolly Amaranto» nella tempesta perde container e rischia l’affondamento

La «Jolly Amaranto» nella tempesta perde container e rischia l’affondamento

La tempesta «perfetta» è piombata sulla Jolly Amaranto ieri mattina. Un mare con onde alte tredici metri, e insieme un’avaria al motore hanno messo a durissima prova ieri l’equipaggio del mercantile della Messina in navigazione verso l’Egitto. La nave portacontainer, che era nel Mediterraneo, ha inviato una richiesta di soccorso alle autorità egiziane dopo un’avaria al motore e la perdita di alcuni container contenenti sostanze chimiche e vernici. In serata il rischio di affondamento, con difficoltà enormi a soccorrere l’equipaggio nonostante l’avvicinamento dei rimorchiatori. L’incidente, secondo quanto ha reso noto la Guardia Costiera italiana che è rimasta in costante contatto con le autorità egiziane, è avvenuto alle 11.40 locali a circa 50 miglia a nord delle coste egiziane. La «Jolly Amaranto» ha oltre 10mila tonnellate di stazza, è lunga 145 metri ed è stata costruita nel 1977 della «Linea Messina» dell’armatore genovese Ignazio Messina.
La portacontainer era salpata da Genova diretta al porto di Alessandria d’Egitto dopo aver effettuato una sosta a Malta. L’Sos è partito dopo un’avaria ai motori che ha lasciato la nave in balia del mare molto mosso, una vera tempesta come non se ne vedono di frequente. La Jolly Amaranto, che a bordo ha rotabili e container, ne ha perso in mare una decina. Nel pomeriggio gli armatori hanno smentito una notizia circolata in mattinata secondo la quale la portacontainer avrebbe avuto a bordo materiali molto più pericolosi. A bordo 21 persone, sedici italiani e cinque romeni, insieme al cagnolino mascotte dell’equipaggio. Le operazioni di soccorso sono partite subito: una nave di passaggio nella zona è stata dirottata dalle autorità verso quella italiana nel tentativo di raggiungerla. «Ci sono problemi di macchina ma l’equipaggio di 21 persone sta bene e sta gestendo in modo brillante e molto professionale questa situazione. Siamo molto preoccupati per loro. Abbiamo perso dei container, ma non ci sono carichi pericolosi a bordo», ha commentato ieri Stefano Messina, amministratore delegato della «Ignazio Messina», che seguiva l’evoluzione del disastro. «Il mare è molto brutto, ci sono onde alte e vento forte - ha spiegato Messina - Siamo in contatto con la Marina Egiziana e stiamo vedendo se altre navi da carico possano portarsi a ridosso. Stiamo seguendo le operazioni momento per momento, quello che ci preme è l’incolumità dei membri dell’equipaggio, tanto il carico è coperto da assicurazione». «E smentisco nel modo più assoluto - conclude Messina - che a bordo della nave ci sia materiale pericoloso. Ci sono soprattutto auto e camion». Le proibitive condizioni del mare, con onde alte fino a 13 metri, vento che soffia a circa cento chilometri orari e scarsa visibilità, non hanno consentito fino a tarda serata alcuna operazione di soccorso da parte delle imbarcazioni che le autorità egiziane hanno dirottato in zona, un mercantile e una nave da guerra.

Essendo inoltre priva dei motori, dicevano alla Guardia Costiera, la Jolly Amaranto è di fatto ingovernabile e la forza delle onde rischia di far saltare gli ancoraggi del carico - una parte del quale è caduta in mare - che potrebbe così finire contro le paratie della nave e aprire una falla. Il movimento di camion e container, inoltre, potrebbe comportare lo spostamento del peso del carico da una parte o dall’altra della nave, facendola rovesciare.

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