Sanremo - Il Festival non deve morire. "Per me è un piacere esserci". Quella di Jovanotti (nella foto con Ben Harper), stasera tra i superospiti, è stata una vera e propria apologia della kermesse che ha regalato al pubblico tante emozioni importanti.
«Il Festival è un po’ come il nonno che oggi ha a che fare con figli, nipoti e discendenti - ha detto ieri -. Io preferirei che il Festival rimanesse perché ha a che fare con tutti noi. Ha a che fare con la mia infanzia e al Festival sono nate tante cose nuove. Del Festival poi si dimenticano magicamente le cose brutte e rimangono solo le cose belle, come Peter Gabriel che si lancia con la liana sul pubblico, Bruce Springsteen, Vasco Rossi, Zucchero e Ramazzotti con il braccio alzato che canta siamo ragazzi di oggi». Il cantante, ha definito la situazione del Festival, con il calo di ascolti, «non drammatica» e di essere venuto a celebrare la musica e non «a salvare la baracca». «Che poi gli ascolti siano calati non conta poi tanto perché sei, sette, otto milioni si moltiplicano su Internet, su Youtube e le cose belle si ha modo comunque di guardarle, magari senza beccarsi quattro ore di Festival». A proposito della vicenda della Berté, esclusa dalla gara per plagio, il cantante ha fatto capire che non sarebbe giusto continuare a farla cantare. «Le regole sono regole - ha detto -. Se c’è un gioco bisogna rispettare le regole. Il gioco è bello proprio perché ci sono. D’altra parte mi rendo conto che Baudo debba portare a casa un festival e gli fa comodo mettere la Berté. Bisogna portare a casa lo share». A Sanremo è arrivato anche Ben Harper che stasera duetterà con il cantante italiano. «Per me - ha detto - è un privilegio essere qui. Mi sento immerso in una tradizione».
Harper ha poi spiegato il sì a Jovanotti: «Bevevo caffè a casa mia quando è arrivata la sua telefonata, la telefonata di un amico che è anche un artista. Avevo sentito parlare del festival e mi ero ripromesso di andarci appena possibile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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