Arriva subito la mamma ultra cotonata, poi la zia oversize in leggings strapieni. La quarantenne ansiosa, con due occhi sgranati ma fissi, pedina le sue due bambine, ci mancherebbe, come fosse nel Bronx, mica a un concerto dellidolo minorenne più figo del mondo. I padri, poi: rarissimi. Ma quei pochi rigorosamente con espressione tipo ultima sigaretta prima del patibolo, felici che almeno al Forum di Assago adesso si va e si viene in metropolitana senza code chilometriche strombazzando in auto. Altro che semplice concertone per ragazzine ine ine avvistate nel pubblico anche bambine di sei anni ma letà media è dodici -: questo è il ballo delle debuttanti del pop, quasi diecimila tutte rigorosamente accompagnate per adorare Justin Bieber, il fenomeno molto enfant (ha appena compiuto 17 anni) e molto prodige (in un anno ha venduto più milioni di copie dei suoi dischi lui di U2 e Madonna messi insieme) che linglese Observer ha definito «più influente sui social network di Obama e Dalai Lama» e che laltro giorno a Barcellona si è allenato per qualche minuto con i calciatori blaugrana «impressionando» pure gli allenatori.
Per lui che confermano gli organizzatori tiene solo un concerto qui a Milano ma ne avrebbe potuti fare tre tutti esauriti, è stato confezionato «lo show per famiglia»: inizio alle 19,40 dopo breve esibizione del minuscolo e, si direbbe, insignificante Bluey Robinson. E chiusura alle 21 o poco più, giusto in tempo per andare a nanna. Visto cosa succede in giro, con i grandi vecchi sempre più a corto di fans e i mini idoli alla Taylor Swift in crescita esponenziale, è probabile un addio epocale agli orari impossibili del rock, con amplificatori staccati soltanto a notte fonda e occhiaie da qui a lì. Questi, gli show prêt-à-porter, sono famigliari come le station wagon o il menu di McDonalds: si inizia presto e si finisce presto e persino i bagarini, di solito voraci fuori dai cancelli, sono rassegnati: «noi ci siamo dai tempi del Colosseo, ma forse spariremo presto». Ormai si compra il biglietto su internet anche last minute, perché cercare un signore che ci fa la cresta sopra?
«Anche se si trovasse Zac Efron di fianco, sai quello di High School Musical, mia figlia non lo guarderebbe neanche, ormai lei vive per Justin», cinguettava una mamma sul vagone della metro mentre la ragazzina era tutta brividi compressi dentro una bandana con la scritta justinbieber e decine di tatuaggi minacciosi come quelli di un Sioux prima di Wounded Knee. Poi è esplosa, lato sinistro del Forum strapieno, poco più su di Michelle Hunziker seduta con la figlia Aurora. Per lei, quasi intimidita davanti alle decine di flash, e per le altre migliaia di super adolescenti, la serata di ieri sarà indimenticabile sin da quando il ragazzetto vissuto (ironia del destino) in un paese canadese che si chiama come quello che diede i natali a Shakespeare, Stratford, è sbarcato sul palco cantando Love me, fasciato in una tuta bianca stile Zara, giovanissimo anche nel volto, pressoché inascoltabile perché in tanti anni di concerti non si era mai sentito uno strillo forsennato e globale come quello del pubblico, toni acutissimi che coprivano tutto, anche la musica della band.
Ma chissenefrega: questo è un evento che ciascuna vive con unintensità di sensi che lera del web annienta, voce e vista e cuore a mille, altro che gelido twitter o chirurgici sms.
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