Paolo Giordano
nostro inviato a Copenaghen
Dopotutto questi sono gli Oscar del pop e allora basta seguire la sterminata fila per arrivare al cuore delle mode musicali. Dal sontuoso Grand hotel dEngleterre, dove il formicolio di fan inizia a impazzire dopopranzo in vista delle prime stelline, fino al ghiacciato Bella Center in periferia stasera cè la processione di auto, di ragazzini e genitori, di illusioni (sempre meno) e disillusioni (spaventosamente in crescita anche qui nel tempio delleffimero) che alle nove della sera hanno battezzato gli Mtv Europe Music Awards del 2006, trionfale processione di divi e aspiranti tali, pronti a portare sul palco loro incenso e mirra della canzonetta. Il re (mogio) di questa sera, il presentatore impettito in giacchetta nera e pantaloni grigi nobilitati dalle immancabili sneakers bianche, è allo stesso tempo ospite e invitato e perciò, quando arriva in scena davanti a un miliardo e 400 milioni di spettatori collegati in 179 paesi, Justin Timberlake si prende il doppio degli applausi. Famoso è famoso, sexy chissà, e dopo esser stato spernacchiato in collegamento video dallultravalutato comico Baron Cohen, in arte Borat (che lo chiama Jasons), stasera è pure diventato il re 2006 perché è il miglior artista uomo e pure il migliore del pop, roba sulla quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo guardandolo razzolare nella boyband N Sync (ma Cameron Diaz sì, visto che sono da anni una sbaciucchiatissima coppia da tabloid: qui lei appare solo in collegamento, con abitino matronale e carrè corvino per supportare la campagna di Free Your Mind). Di fianco al rampante Timberlake, la regina è Christina Aguilera ormai sul trampolino della metamorfosi da divetta usa e getta a diva vera e infatti stasera neppure si fa vedere, troppo cheap venire a un festival. Comunque è lei la donna dellanno e pazienza per Madonna, nominata di lusso ma ormai burrascosamente scollata dal pubblico di teenager che tutti i giorni si sintonizza sui canali musicali. Insomma, hanno vinto i prevedibili, niente Robbie Williams (che pure avrebbe rifiutato un milione di euro per fare lospite), niente Red Hot Chili Peppers, che si consolano con il premio per il miglior album dellanno, e arrivederci a Shakira che ha visto evaporare nella nebbia le sue due nomination. E allora per la prima volta da un bel po di anni, Mtv ha deciso di fare unaltra sterzata e staremo a vedere se è indovinata: gli ultratrentenni sono spariti. A parte i Depeche Mode, che malinconicamente e meritatamente sono il gruppo dellanno, gli unici «anta» che arrivano in scena sono Moby e Lars Ulrich, tempestoso batterista dei Metallica, praticamente coetanei del nuovo James Bond Daniel Craig (che premia la miglior donna) e decisamente più in là negli anni di Adrien Brody (che saluta gli assenti Peppers). Per il resto, solo under 30. E rispettano la regola persino gli unici due italiani presenti (Tiziano Ferro che premia Justin Timberlake e i Finley che sono il miglior gruppo di casa nostra, ma per favore più originalità: «Siamo contenti di esser qui, abbiamo vinto da outsider»). E allora per forza che lo spazio più grande se lo pappano in scena gli scintillii del palco dominato dal rosso neon, gli urletti dei tremila presenti e le inevitabili allusioni che qui germogliano che è un piacere. Una ballerina di Justin Timberlake si passa le mani dove neppure una pornostar potrebbe fare in mondovisione. E Rihanna (occhio, crescerà: stasera è la miglior R&B) arriva dentro a un cubo trasparente e poi salta fuori vestita quasi come una coniglietta, sgambata sguaiata sgarruppata, per cantare la sua Sos che da un anno non esce dalla playlist delle radio.
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