Alla Juve cartelle mediche firmate in bianco

Gianluigi Nuzzi

nostro inviato a Torino

Nell’inchiesta sulla Juventus, dopo il sistema Moggi, le scommesse e i bilanci truccati, si affaccia, o meglio ricompare, lo spettro del doping, il possibile utilizzo di sostanze proibite, tra farmaci e medicinali, da parte di alcuni calciatori bianconeri. Una settimana fa durante la perquisizione nella sede di corso Galileo Ferraris a Torino gli investigatori hanno scoperto numerose schede sanitarie firmate in bianco da diversi giocatori. Ogni scheda, in pratica dei cartoncini prestampati con le classiche colonne del programma Excell, vedono la firma del calciatore senza però alcuna indicazione dei farmaci e delle sostanze che lo sportivo avrebbe assunto. In genere la firma viene apposta solo in un secondo momento e soprattutto dopo le indicazioni vergate dai medici della squadra. Una semplice superficialità per evitare l’iter burocratico o qualcosa di diverso? Ancora presto per dirlo. Di sicuro la documentazione ha sorpreso gli stessi inquirenti. Avevano bussato di buonora alla sede della Juve per sequestrare contabilità, contratti dei calciatori, note e bilanci. Dagli armadi della sede bianconera sono saltate fuori invece queste cartelline, schede cliniche firmate prima della compilazione.
Per una prassi che evidentemente durava da tempo e che era ormai quasi una routine. È quanto ipotizzano al momento gli ufficiali della Guardia di finanza che conducono le indagini visto che di queste schede sanitarie dubbie ne sono state rinvenute in tutto, quasi una trentina con le firme di numerosi calciatori. Per questo il procuratore aggiunto Bruno Tinti ha deciso di portar via tutta la documentazione. Che è finita al vaglio del Pm Roberto Guariniello, il pubblico ministero esperto di doping e sostanze bandite. In tribunale non si commenta la vicenda. I magistrati si muovono infatti con la massima cautela. E cercano di capire come mai queste schede sanitarie, che il club è tenuto a conservare per ogni giocatore indicando periodicamente le sostanze somministrate, venivano firmate già prima della compilazione.
È chiaro che dopo l’assoluzione generale che in Appello aveva azzerato l’inchiesta sul doping avviata proprio da Guariniello nel 1998, oggi la Procura non intende correre un rischio analogo. All’epoca il procedimento era stato avviato nei confronti del medico della Juventus Riccardo Agricola, dell’amministratore delegato Antonio Giraudo e del farmacista Giovanni Rossano. Al centro dell'indagine il presunto uso e abuso di farmaci, come sosteneva la clamorosa denuncia di Zeman. Con l’ipotesi della somministrazione di farmaci dannosi per la salute e dell'illecito sportivo il tribunale condannò gli imputati che vennero però assolti in appello nel dicembre scorso.
Per l’indagine sui bilanci, invece, continuano i sequestri di documentazione. Gli investigatori hanno infatti appuntamento questo pomeriggio in corso Buozzi. Tornano a casa del capitano della nazionale Fabio Cannavaro, difensore bianconero. Bisogna infatti aprire ancora la cassaforte a muro che gli investigatori avevano sigillato giovedì scorso durante la perquisizione. Non essendo a casa il giocatore, gli inquirenti delle Fiamme gialle non conoscendo la combinazione avevano preferito sigillare il caveau, in attesa di poterlo aprire in un secondo momento, alla presenza del giocatore. Domani la cassaforte verrà aperta. Non si sa ancora se verrà proprio Cannavaro, che dovrebbe però lasciare il ritiro azzurro di Coverciano per questa breve «trasferta giudiziaria». In pratica come è successo con Gianluigi Buffon che ha raggiunto Parma per raccontare in Procura la sua verità sulle sue scommesse.
Sul doping dei conti, come anticipa l’agenzia Il Velino, la Procura di Torino ha messo in agenda ben 71 «visite» ad altrettante società di calcio. Gli inquirenti dovranno compiere queste perquisizioni entro il 5 giugno. Ieri è stata la volta di Bologna e Reggio Calabria, poi toccherà a tutti quei club che hanno parte nella compravendita sospetta di 41 giocatori.

I magistrati piemontesi hanno disposto il sequestro di contratti, fatture, schede contabili , bilanci, note integrative e accordi di partecipazione, relativi alle cessioni dei giocatori. Da quelli di primo piano come Zinedine Zidane a sportivi meno conosciuti come Felice Piccolo, Matteo Paro e Giorgio Chiellini.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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