UdineUovo? No, frittata. Tre gol dellUdinese e piangete, se avete ancora lacrime. La Juve vola a passi da gigante verso record da rosso in faccia: ora le sconfitte in campionato sono 12. A 15 cè la vetta da espugnare. Abbattuto il record di partite consecutive in cui ha subito almeno una rete: sono 20. Era ferma alle 18 del 54-55. La zona Champions diventa unavventura, i gol subiti un macigno che manda la sua difesa agli ultimi posti in classifica. Del Piero ha provato lunico tiro in porta e Manninger è stato il più credibile della sua difesa.
Che dire? Nemmeno a Pasqua la Signora riesce a produrre la sorpresa. Puntuale, neppur si trattasse di pagare una tassa, si fa quanto prima infilare dal gol che cambia tutta la sua partita. O, perlomeno, comera stata disegnata dai piani di Zaccheroni. Ormai sono fantasie più che realtà, perché i distrattoni della difesa si inventano ogni birichinata pur di non mancare lappuntamento con la fesseria. Poi aggiungete questa Udinese tornata frizzi e lazzi: pirotecnica e concreta.
Ale Sanchez fa subito El niño Maraviglia mentre Alex Del Piero non riesce a cavar la meraviglia dal suo piede. Sì, certe volte il destino decide senza badare al rango e neppure allimpegno: dopo 4 minuti, lo juventino si attorciglia in una semigirata che farebbe il godimento di mezza Italia. Ma basta un gomito di Ferronetti per rovinare tutto. Esattamente quattro minuti appresso, lUdinese capisce che il suo Ale(xis) ha un rapporto migliore con la fortuna. E non solo lui: Pasquale cava il primo tocco di una serie che, stranamente, lo hanno fatto sembrare un giocatore di pallone. Calcio desterno per Di Natale. E qui cominciano i fuochi dartificio. Legrottaglie dorme, Di Natale fa il numero e con il destro spara sul palo, Manninger allibito, De Ceglie si spaventa nemmen fosse Cappuccetto Rosso e Sanchez zompa sulla palla. Direte: scenetta vista questanno mille altre volte nellarea juventina. Appunto. Niente sorpresa e luovo diventa una frittata. Che poi la Juve abbia avuto qualche occasione nel primo tempo (punizione di Del Piero, un tiro a volo di Camoranesi) e ne sia uscita piallata nella ripresa, è altra storia.
La Juve ha mostrato difetti di Dna: nessuno che andasse a pressare sui portatori di palla, difesa in affanno sulle fasce, centrocampisti pieni di voglie ma raramente fantasiosi. Camoranesi unico nel saper decentemente giocar palla. Felipe Melo incomprensibile ed incompreso. Marchisio un po farfallino. Sissoko limitato. Del Piero si è buttato da una parte allaltra del campo cercando palloni giocabili: non ne ha trovati fin quando non è uscito. Volonteroso certo, pericoloso solo in quel colpo da giocoliere dinizio partita. Peggio di lui Amauri, senza arte e soprattutto senza parte, quasi mai intuendo quale fosse la zona dove andare a far male.
Detto della Juve, il gioco godibile è rimasto fra i piedi dellUdinese. Niente di eccezionale, però centrocampisti capaci di trovar spazi liberi e di occupare quelli altrui, difensori composti e attenti. Di Natale showman dattacco che ha completato lopera spedendo in rete il terzo gol di serata, ben spalleggiato da Pepe. Anche se, nel primo tempo, Manninger si è dovuto impegnare soltanto davanti ad una bordata di Pasquale. Gloria effimera, perché nella ripresa ha scontato tutto davanti al solito assenteismo dei suoi difensori. Spazi che sembravano praterie, e prima uno, poi laltro, infine Sanchez si sono infilati.
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