Alessandro Parini
da Torino
«La Juve deve vincere. E basta». Il messaggio di Marco Tardelli, nel giorno dell'insediamento del nuovo consiglio di amministrazione della Juventus, è tutto qui. Semplice. Diretto. Asciutto. Come era il suo gioco: lineare, pieno di grinta e di voglia di non arrendersi mai. Sarà per questo che John Elkann e Carlo Sant'Albano, amministratore delegato pro tempore, hanno pensato di affidare a lui il ruolo di bandiera della società: serviva una figura pulita e nello stesso tempo arcigna e spigolosa. In una parola, lo "Schizzo" dei bei tempi. Che ieri si è sciroppato una prima giornata di Cda senza mostrare segni di insofferenza: tanto andava fatto e tanto è stato fatto.
La Juve, insomma, è ripartita ufficialmente ieri con una nuova squadra: nove componenti del Cda presieduti da Giovanni Cobolli Gigli, con Jean Claude Blanc nominato nuovo amministratore delegato (tra le sue precedenti esperienze: Tour de France e Roland Garros) e poi, oltre a Tardelli e Sant'Albano, Stefano Bertola, Riccardo Montanaro, Marzio Saà, Camillo Vanesio e il commissario tecnico dell'Italia di pallavolo Gian Paolo Montali. Tutti eleganti e convinti che la Juve ce la possa fare, a voltare pagina. «Vincenti, trasparenti e simpatici: vogliamo essere così - ha detto Cobolli Gigli -. Ripartiamo, nel pieno rispetto del nostro passato e convinti di esserci guadagnati gli scudetti sul campo. Dovremo migliorare il rapporto con la gente e recuperare entusiasmo, facendo in modo che la nuvola che abbiamo attualmente sopra la testa si riveli il più possibile temporanea. Se ci sarà da pagare, pagheremo: non intendiamo però fare la figura dei fessi né farci mangiare dal lupo cattivo. Una volta espiata la nostra eventuale colpa, rivogliamo indietro la nostra dignità. Credo che il calcio sia di fronte alla possibilità di migliorare davvero: o lo fa adesso, o non lo farà più». Nell'aria, lo spettro dell'operato di Moggi («non condivido quasi nulla di quanto ha detto in televisione nei giorni scorsi», la bocciatura del presidente cui ha dato manforte anche Blanc, già presente nel vecchio Cda: «L'unica cosa di cui venivamo messi al corrente erano le decisioni prese sul piano finanziario, del resto non sapevamo nulla») e Giraudo, due che quella famosa nuvola hanno contribuito non poco a ingrandirla: «Una volta conclusi i processi sportivi - ha ammesso Sant'Albano - la società tutelerà i propri interessi nei confronti dei precedenti amministratori». Tradotto: in caso di retrocessione e di conseguenze economiche pesanti, Giraudo e Moggi potrebbero essere chiamati a rispondere del loro operato davanti a un giudice. Diversa la posizione di Roberto Bettega, per il quale lo stesso Cobolli Gigli ha prospettato l'ipotesi di "collaborazioni" non meglio identificate. Di Agricola, responsabile dello staff medico bianconero processato per abuso e somministrazione di farmaci, Cobolli Gigli ha invece «apprezzato questi primi giorni di lavoro. È però prematuro parlare di una sua conferma».
Il discorso è poi scivolato sul futuro allenatore della squadra: «Capello sarebbe l'uomo giusto per ripartire. Se esistono perplessità, queste sono da parte sua e certo non nostra. Io, per adesso, penso ancora a una Juve in serie A e alla Champions League da vincere.
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