Parola d’ordine: riportare le famiglie allo stadio, possibilmente con portafoglio al seguito. Così riparte il nostro calcio, da tante buone intenzioni e molte antiche abitudini, e questo senza che la stagione sia cominciata davvero. Però ecco la nuova Juventus, tutti a Pinzolo per contratto e venerdì prima partita contro - attenzione - il Mezzocorona, ovvero la madre di tutte le amichevoli, almeno a giudicare dai prezzi: 40 euro per un biglietto di tribuna nobile, 15 là di fronte al sole. E gratis? Sì, certo, come no: sotto i 6 anni. Non si sa se con o senza pannolino, però.
Vogliamo parlare appunto di calcio per famiglie? Ecco, allora: quelle in formazione tipo, il due più due insomma, si ritroverebbero a sborsare fino a 160 euro - 320mila di vecchio conio - per vedere i propri eroi in bianconero, che poi non sono Buffon, Chiellini o Del Piero - loro sì in ancora vacanza dopo gli Europei - ma una difesa schierata con Belardi in porta, Zebina, Legrottaglie e altri due sorteggiati per la bisogna, magari si fa anche una lotteria e qualcuno vince un posto in campo. Ci sarebbe un po’ da vergognarsi, anche perché la segnalazione sdegnata arriva dal collega e juventino doc Marcello Chirico. Ma la scusa è già pronta, visto che i prezzi li fa l’Apt locale che sborsa 500mila euro per avere la corazzata juventina in formato ridotto e per soli 12 giorni. E sarà per questo che, per vedere gente che fa qualche sgambatina fingendo di allenarsi prima di andare a fare sul serio su un campo secondario e nascosto, si ammollano 5 euro a botta.
Insomma, certo: il nostro calcio deve essere aiutato, in fondo è questo il refrain che esce dalla bocca dei nostri dirigenti che invocano legislazioni speciali sfruttando la malattia sociale più diffusa: il tifo (quello sportivo, s’intende). E in fondo perché no, se si compra uno come Tiago a 14 milioni e mezzo per poi cercare disperatamente di rivenderlo un anno dopo. E perché no, visto che l’industria del pallone è l’unica dove se hai un debito con il fisco (ricordate il caso Lazio?) lo puoi restituire con comodo in una ventina d’anni o anche più. E se volete fare una prova, vedete voi se non riuscite a pagare una multa in sei mesi.
Insomma, urgono spezzatini e salvadebiti, e seppoi la gente non va più alle partite, pazienza, tanto un miliardino qua e là lo si recupera sempre. Recuperare la gente invece resta un’impresa alla Messner, tutti aggrappati alla parete con vista sul K2. E se qualcuno magari ci prova - tipo la presidentessa della Pro Sesto in serie C (ops, scusate, in LegaPro) che vende abbonamenti al costo di un caffè a partita -, più in su, nel calcio di vertice, l’amaro alla fine lo beve sempre il tifoso. Malato e stangato.
Peccato però che a Pinzolo, per la semiJuve, quest’anno le tribune siano rimaste per ora largamente vuote.
Marco Lombardo
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